Google acquista RightsFlow per le royalty

Google ha intenzione di porre rimedio al problema delle royalty su YouTube ed annuncia l'acquisizione di RightsFlow.
Google ha intenzione di porre rimedio al problema delle royalty su YouTube ed annuncia l'acquisizione di RightsFlow.

YouTube scende in campo per cercare un rimedio ai continui problemi legati alla pubblicazione di video contenenti brani musicali coperti dal diritto d’autore. Nel pomeriggio di ieri Google ha infatti annunciato l’acquisizione di RightsFlow, startup di New York la cui attività nel corso degli ultimi quattro anni è stata quella di fare da ponte con il mondo delle etichette discografiche al fine di concedere agli autori i giusti ricavi.

Le tecnologie e le risorse di RightsFlow confluiranno dunque all’interno di YouTube, il cui database risulta già sufficientemente ampio ma spesse volte insufficiente per far sì che gli autori possano ricevere dal gruppo di Mountain View quanto stabilito dagli accordi siglati. L’acquisizione del gruppo da parte del gigante delle ricerche vuole essere dunque una soluzione definitiva al pagamento delle royalty alle case discografiche ed ai compositori stessi, un problema sempre più diffuso sul celebre portale targato Google.

L’obiettivo finale è quello di velocizzare e semplificare il processo di identificazione del detentore del copyright di ciascun brano musicale presente nei video caricati dagli utenti, agli occhi dei quali nulla cambierà rispetto al passato. Le modifiche avverranno dietro le quinte, con il team di RightsFlow che collaborerà con alcuni addetti di Mountain View per far sì che ad ogni brano presente in archivio possa essere associato un autore cui corrispondere un netto in maniera proporzionale al numero di visualizzazioni da parte dei visitatori.

Con questa nuova mossa Google intende dunque migliorare la propria posizione agli occhi delle major, sempre più spesso infastidite dalla presenza di migliaia di video contenenti tracce audio coperte dal diritto d’autore per le quali la società di Mountain View non versa alcuna royalty a chi di dovere. Google, insomma, vuole offrire ai propri utenti un servizio sempre migliore, permettendo loro di scovare brani musicali all’interno del proprio database multimediale, senza tuttavia incrinare i rapporti con le etichette discografiche.

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