Steve Jobs cambiato dal Giappone

Steve Jobs: un giornalista giapponese racconta come lo zen e la cultura nipponica abbiano influenzato la sua vita.
Steve Jobs: un giornalista giapponese racconta come lo zen e la cultura nipponica abbiano influenzato la sua vita.

Steve Jobs, co-fondatore e CEO di Apple, prima di essere un grande genio dell’industria tecnologica era anche un profondo devoto al buddhismo. Forse in pochi sanno, però, che il rapporto con la filosofia zen, e soprattutto con il mondo e la cultura giapponese, aveva una considerevole importanza nella vita di tutti i giorni, compresa quella lavorativa, del guru dell’informatica. Un articolo del sito Nippon.com, scritto da Nobuyuki Hayashi, giornalista Apple di vecchia data, svela retroscena interessanti sull’amore di Jobs verso il paese del Sol Levante.

Nobuyuki scrive come tutto sia cominciato quando il padre dell’iPhone scoprì le vie del buddhismo zen. Dopo un lungo periodo di ricerca interiore, Jobs trovò una scuola giapponese dedicata a un’antica religione cinese in un tempio vicino la sua casa a Los Altos, in California. Lì avvenne un incontro che cambiò il suo percorso, quello con il monaco zen Kobun Otogawa, che Jobs considerò la sua guida e maestro di vita.

Nobuyuki vuole far notare come la disciplina zen, e in generale la cultura nipponica, abbiano influenzato anche il lavoro dell’iCEO più di quanto si possa credere. Per esempio, lo stile volutamente minimal e ricercato dei prodotti della mela morsicata è dovuto principalmente a una sensibilità estetica sviluppata nel corso degli anni nel praticare la meditazione orientale.

E al di fuori del lavoro Jobs faceva praticamente una vita “giapponese”. Dalla cultura al cibo, del quale era innamorato, fino a viaggi a Kyoto, per assaporare e respirare meglio quell’aria prettamente orientale che solo la terra del Sol Levante poteva ovviamente restituirgli. Inoltre, nonostante seguisse uno stile vegano, faceva eccezioni con piatti nipponici come sushi e soba.

Ma anche negli Stati Uniti visitava spesso locali e ristoranti giapponesi. Il giornalista racconta che pochi giorni prima la sua morte Jobs aveva invitato parenti e amici intimi nel suo ristorante preferito, che avrebbe chiuso di lì a poco. Lo stesso Steve, capendo l’aria di crisi del locale, offrì un lavoro in Apple allo chef Toshio Sakuma.

Due giorni dopo la sua scomparsa, e poco prima della chiusura definitiva del ristorante, Sakuma offrì a prezzi scontati i piatti preferiti di Jobs alla mensa dei dipendenti. Il nome della promozione era chiaro e lampante: “One more thing…“.

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