La protesta ha vinto: la SOPA è rinviata

La protesta anti-SOPA ha vinto: la legge non sarà votata come previsto ed i lavori per la concertazione sono pertanto rinviati al mese di febbraio.
La protesta anti-SOPA ha vinto: la legge non sarà votata come previsto ed i lavori per la concertazione sono pertanto rinviati al mese di febbraio.

La rivolta anti-SOPA ha vinto. L’auto-oscuramento dei siti ed il grande bailamme mediatico sollevatosi in queste ore ha raccolto il suo primo (tanto parziale quanto importante) risultato: la SOPA (Stop Online Piracy Act) non sarà votata nei prossimi giorni così come inizialmente previsto ed i lavori sono pertanto rinviati al mese di febbraio.

La notizia giunge direttamente dalle parole del firmatario della normativa, Lamar Smith: «per approvare la normativa che protegge i consumatori, le aziende ed i posti di lavoro dai ladri che rubano la proprietà intellettuale americana, continueremo a lavorare con i rappresentanti dell’industria per trovare un modo per combattere la pirateria online». Gli impegni delle prossime settimane spostano gli incontri al mese di febbraio, quando il tavolo sarà riaperto e la partita per l’approvazione della SOPA potrà ricominciare.

La comunicazione è datata 17 gennaio, ufficializzando pertanto il rinvio prima ancora che l’oscuramento iniziasse, ma le due cose non possono certo essere indipendenti: la forza d’urto della protesta si è fatta concreta fin dalla notifica dell’iniziativa annunciata, così la SOPA è stata temporaneamente ritirata per spostare in acque più tranquille le procedure per l’approvazione. Le prossime settimane saranno pertanto fondamentali per ritrovare un clima sereno attorno ad un problema che in queste ore ha calamitato le attenzioni di tutto il mondo a seguito del coinvolgimento nella protesta di nomi quali Wikipedia, Google, Mozilla, Greenpeace ed altri ancora.

Sebbene il voto fosse ormai stato ufficiosamente affossato nelle ore scorse con l’intervento deciso della Casa Bianca sul tema (con cui si chiedeva meno acredine e più costruttività), la bozza era comunque rimasta in calendario fino all’annuncio precedente alla rivolta e la SOPA (assieme alla parallela proposta PIPA) aleggiava pertanto come una minaccia che soltanto la protesta collettiva ha saputo scacciare. Lamar Smith non demorde e spera comunque di poter portare avanti la proposta con voto bipartizan, così da poter presentare al Presidente Obama un dispositivo di legge più convincente rispetto a quello attuale.

Il movimento anti-SOPA ha vinto la battaglia, insomma, ma la guerra sarà ancora lunga. Inizia probabilmente soltanto ora la parte più delicata, perché la concertazione andrà a limare i dettagli ed è nei dettagli che potrebbe nascondersi l’insidia: la guerra tra pirati e detentori del copyright deve trovare un equilibrio strutturato in modo tale per cui la difesa di taluni diritti privati non possa pregiudicare la libera espressione di un diritto collettivo.

Un primo successo è comunque in archivio: la SOPA non sarà votata nell’immediato ed ogni rinvio è un modo per allontanare un traguardo che sono in molti a non voler in alcun modo tagliare.

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