Viviane Reding promuove la policy Google

Google incassa il pollice alto di Viviane Reding circa le nuove policy per la tutela della privacy previste per i servizi di Mountain View.
Google incassa il pollice alto di Viviane Reding circa le nuove policy per la tutela della privacy previste per i servizi di Mountain View.

Rispondendo ad apposita domanda nel contesto della presentazione delle proposte circa le nuove regole europee per la tutela della privacy, Viviane Reding ha offerto un importante parere relativo all’approccio seguito da Google sulla questione. Ed è un pollice alto, una promozione che Google non può che guardare con soddisfazione:

Google è stato rapido. Ancor prima che la Commissione avesse deciso la nuova legge europea, Google ha compiuto il primo passo per l’adozione di migliori regole. Posso solo applaudire, affinché più società cerchino di muoversi nella giusta direzione.

Viviane Reding non entra nel merito degli annunci Google, ma il plauso generale è una promozione che cancella in buona parte i dubbi espressi nelle ore successive all’annuncio di Mountain View.

Il dubbio maggiore espresso dai media circa la nuova policy è inerente l’unione degli account tra più siti di proprietà del gruppo, elemento che porta ad una commistione di dati per consentire un miglior tracciamento dell’utenza, delle sue preferenze e delle sue abitudini. Dal Washington Post giunge ad esempio la critica relativa all’assenza di un opt-out, una via d’uscita concessa a quanti non intendano veder conglobati tutti i propri dati sotto il medesimo account. Il dubbio sbatte contro i principi del Data Liberation Front, il movimento che la stessa Google promuove affinché tutti i dati conservati sotto proprietà Google possano essere “liberati” e trasferiti altrove.

Ognuno è libero di far quel che vuole dei propri account, insomma, ed è questa la formula di “opt-out” più estrema che viene messa a disposizione (senza far prigionieri). Al tempo stesso l’unione delle varie documentazioni relative alla tutela della privacy sui vari servizi è un importante passo avanti in termini di trasparenza, unificando una molteplicità di regole e portando su di un solo documento quel che in precedenza l’utente avrebbe dovuto cercare e consultare ad ogni singola iscrizione. Questioni formali che si fanno direttamente sostanziali, insomma, poiché immediatezza e trasparenza significano consapevolezza.

Google mette inoltre a disposizione dell’utenza anche formule più morbide che mettono comunque nelle mani dell’utenza la possibilità di agire sui servizi di Mountain View pur senza operare sotto un solo account. Due le possibilità principali:

  • anonimato, modalità che Google Chrome consente con estrema facilità e che facilita la possibilità di sfuggire a qualsivoglia tracciamento dell’attività;
  • switch, funzionalità che tanto sul browser quanto sui singoli servizi permette di passare da una identità ad un’altra, cambiando così operatore per dissociare gli account dalle persone fisiche che vi presiedono.

Il pollice alto di Viviane Reding è quanto di più positivo il gruppo potesse incassare nel giorno stesso in cui la nuova policy viene annunciata, poiché il via libera dell’arbitro europeo significa un impegno apprezzato e valido nella direzione che l’UE va delineando per i propri cittadini e per chi opera all’interno dei confini continentali.

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