Apple vs. Proview, prosegue lo scontro cinese su iPad

Apple e Proview di nuovo ai ferri corti: alla richiesto di fermare la commercializzazione dell'iPad in Cina, Cupertino risponde con una denuncia per diffamazione.
Apple e Proview di nuovo ai ferri corti: alla richiesto di fermare la commercializzazione dell'iPad in Cina, Cupertino risponde con una denuncia per diffamazione.

Prosegue lo scontro tra Apple e Proview, in merito alla paternità del marchio iPad sul territorio cinese. I legali della società con sede a Shenzhen hanno dichiarato di aver ottenuto una piccola vittoria nello scontro con il colosso di Cupertino: il giudice della Corte di Huizhou ha infatti sancito che i distributori dovrebbero interrompere la commercializzazione del tablet in tutta la Cina.

Si fa dunque sempre più incerto il futuro del dispositivo nel paese asiatico, proprio a poche settimane di distanza dalla possibile presentazione di iPad 3. Esulta dunque Proview, che dopo aver portato le autorità locali alla rimozione del tablet dai punti vendita di oltre 40 città, ottiene l’ennesimo parere positivo dalle aule della giustizia cinese. Ma il faccia a faccia è destinato a protrarsi ancora per lungo tempo, proprio come le diatribe legali in merito ai brevetti che coinvolgono Apple ormai su più fronti.

La risposta che giunge da Cupertino è secca: la società di Tim Cook ha chiesto ai rappresentati di Proview e ai loro avvocati di non rilasciare alla stampa ulteriori dichiarazioni sull’argomento, pena una denuncia per diffamazione nei confronti dell’attività della mela morsicata. Ecco un estratto della lettera inviata da Apple all’azienda cinese.

Troviamo inappropriato il rilascio di dichiarazioni false alla stampa, in particolar modo perché queste hanno effetti negativi sull’immagine di Apple e provocano danni alla nostra reputazione.

Da Cupertino la difesa continua a rivendicare la facoltà di esercitare pieno diritto sul marchio iPad in Cina, merito dell’acquisizione dello stesso da Proview con un accordo firmato nel 2009. La controparte riconosce di aver firmato il contratto, ma sostiene di poter continuare a usufruirne, chiedendo 400 milioni di dollari per porre fine alle ostilità.

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