Sarkozy attacca Internet contro il terrorismo

Sull'onda dello sconcerto per la strage alla scuola ebraica, Nicolas Sarkozy annuncia restrizioni e nuove leggi contro le visite a siti legati al terrorismo.
Sull'onda dello sconcerto per la strage alla scuola ebraica, Nicolas Sarkozy annuncia restrizioni e nuove leggi contro le visite a siti legati al terrorismo.

Nicolas Sarkozy vuole ancora mostrarsi duro contro Internet e la neutralità della navigazione. Sull’onda emotiva della strage di Tolosa – per mano di un estremista religioso – il presidente francese ha annunciato che d’ora in avanti chi navigherà su siti legati al terrorismo verrà punito. Ma in che modo e con quali strumenti?

Nonostante il suo paese sia stato inserito per il secondo anno consecutivo tra quelli da tenere “sotto sorveglianza” rispetto alla libertà di Internet nella speciale classifica di Reporter senza frontiere, Sarkozy continua a mostrare una certa insofferenza per il Web. Qualche giorno fa ne aveva fatto una questione di tasse, ora immagina reati legati alla navigazione, in stile cinese.

“A partire da oggi, ogni persona che consulta abitualmente siti Web che invocano al terrorismo o che richiamano all’odio e alla violenza verrà punita penalmente. La Francia non può tollerare reclutamenti o indottrinamenti ideologici sul proprio territorio.”

Come il presidente ( in piena campagna elettorale per la conferma all’Eliseo) pensi di ridare vita a un progetto ampiamente messo nel cassetto come l’Hadopi è difficile da immaginare. Per ottenere lo scopo prefissato (punire i naviganti di siti simpatizzanti l’estremismo), il governo dovrebbe compiere dei passi che lo porterebbero fuori dalle regole che così faticosamente il commissario Viviane Reding sta cercando di scrivere nel consesso europeo. Questi passi sarebbero:

  • Creare una lista di siti indicati come pericolosi;
  • Monitorare il Web con software di identificazione (come in Egitto in in Siria).

Come si comprende bene, sarebbe del tutto inaccettabile in un paese del vecchio continente, che avrebbe come unico risultato di controllare milioni di naviganti, violandone la privacy, senza alcuna certezza di diminuire il rischio di attentati, perché le cellule terroristiche tendono ormai a utilizzare reti protette e anonime. Forse un buon consulente tecnologico potrebbe evitare alla Francia, patria dei diritti umani, di battere ogni record e apparire nella classifica dei cattivi della Rete per il terzo anno consecutivo.

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