Apple smentisce le valutazioni di Greenpeace sul cloud

Apple smentisce le valutazioni di Greenpeace pubblicate nel rapporto "How clean is your cloud?", relative ai propri data center.
Apple smentisce le valutazioni di Greenpeace pubblicate nel rapporto "How clean is your cloud?", relative ai propri data center.

Apple è tra le aziende meno attente alle tematiche ambientali, stando al rapporto “How clean is your cloud?” pubblicato ieri da Greenpeace. Secondo l’organizzazione non governativa, la mela morsicata utilizza per l’alimentazione dei propri data center solamente il 15,3% di energia pulita, il 55,1% ottenuta dal carbone e il 27,8% dal nucleare. Stime che i vertici di Cupertino si sono affrettati a smentire.

In particolare, Apple fa riferimento al proprio impianto di Maiden, nella Carolina del Nord, dove secondo Greenpeace solamente il 10% dell’energia utilizzata è prodotta da fonti rinnovabili, dichiarando che in realtà la situazione è ben diversa. Ecco le parole della portavoce Kristin Huguet.

Il nostro data center nella Carolina del Nord consuma circa 20 MW a pieno ritmo e stiamo lavorando per far sì che oltre il 60% di questa energia sia fornita da fonti rinnovabili, con la costruzione di un impianto fotovoltaico che sarà il più grande del paese a utilizzare questa tecnologia.

Pensiamo che il data center di Maiden sarà il più “verde” mai realizzato e faremo altrettanto con quello nuovo in fase di realizzazione a Prineville (Oregon), dove il 100% dell’energia impiegata sarà pulita.

Come sottolineato all’interno del rapporto “How clean is your cloud?”, Greenpeace aveva già sottoposto le proprie stime alle aziende interessate. Apple e Amazon sono state le uniche due società a ritenerle errate, ma l’ONG ha comunque deciso di pubblicarle, chiedendo loro una maggiore trasparenza per il futuro.

Il data center in questione, inaugurato lo scorso anno, è quello che gestisce le informazioni relative ai servizi iCloud e iTunes. Apple, per la sua costruzione e per il mantenimento, ha previsto di investire nella struttura circa un miliardo di dollari in dieci anni.

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