Apple, nuovo brevetto sui Google Glass

Apple richiede un nuovo brevetto per gli occhiali virtuali, forse per battere la concorrenza dei Google Glass.
Apple richiede un nuovo brevetto per gli occhiali virtuali, forse per battere la concorrenza dei Google Glass.

Apple brevetta nuovamente i Google Glass. È emersa sul Web una seconda registrazione, dopo quella effettuata qualche settimana fa, di un paio di occhiali per la realtà aumentata targati Mela. Ma, nonostante i primi fossero decisamente differenti dal sistema di Big G, quest’ultimi appaiono praticamente complementari, seppur con qualche miglioria.

Non è dato sapere se Cupertino stia cavalcando l’onda mediatica degli occhiali di Google, battendoli sul tempo con dei brevetti che potrebbero davvero fruttare dal punto di vista economico, o semplicemente abbia deciso che il futuro della portabilità passa proprio dalla via tracciata dal rivale. Ma questa ennesima richiesta di brevetto all’US Patent and Trademark Office appare forse sospettosa.

Il sistema è denominato “Display portatile da indossare sulla testa” e dai Google Glass prende in prestito l’estetica, ovvero un display trasparente a copertura di un solo occhio. A differenza di Google, però, vi sarebbe un balzo in avanti in termini di risoluzione e visualizzazione delle immagini.

Come ormai noto, l’ossessione di Apple degli ultimi tempi è quella dei Retina Display, ovvero schermi che non permettano all’occhio di distinguere i singoli pixel per una definizione dell’immagine davvero perfetta. Portare lo stesso sistema su un paio di occhiali, data la vicinanza con l’occhio, sarebbe però inefficace e costoso: servirebbe una densità elevatissima, più di quanto già presente su iPhone e nuovo iPad. Per ovviare a questo inconveniente, perciò, Apple sarebbe orientata all’introduzione di pixel mobili, ovvero in grado di spostarsi fisicamente per garantire, a seconda del soggetto rappresentato, il massimo della qualità visiva.

Come tutti i brevetti targati Mela, non è dato sapere se il progetto verrà davvero tradotto in un prodotto reale. Ma, se così fosse, Google potrebbe trovarsi nuovamente a combattere con l’aggressivo e agguerrito rivale.

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