Contamination Lab: l'esempio di Brera

La storica accademia milanese ha aperto un laboratorio chiedendo aiuto ad H-Farm, accogliendo in pieno gli stimoli dell'agenda digitale.
La storica accademia milanese ha aperto un laboratorio chiedendo aiuto ad H-Farm, accogliendo in pieno gli stimoli dell'agenda digitale.

Una convenzione per creare un Contamination Lab, tra una scuola di grande tradizione e un incubatore di startup. L’Accademia Brera di Milano ha siglato un accordo con H-Farm Ventures per importare dentro le antiche mura conventuali l’esperienza di chi opera nel settore del digitale e dei nuovi modelli di business. Il progetto, partito già con la Cà Foscari (l’incubatore ha la sede italiana di fronte alla laguna di Venezia), cerca di coinvolgere studenti e imprenditori nella fase precedente a quella di un comune incubatore d’impresa puntando sull’informalità e creatività della vita universitaria.

Il contamination lab è uno dei concetti usciti dalla task force del ministro Corrado Passera l’anno scorso, durante le tappe che hanno portato in seguito alla legge sulle startup dentro l’Agenda digitale. Ispirandosi al clima delle università americane, l’intenzione è quella di moltiplicare questi laboratori nelle facoltà italiane per sostenere alla base la nuova imprenditoria. Certamente, Brera – una delle più antiche scuole italiane, con una storia eccezionalmente densa di figure prestigiose della cultura – è una scelta interessante.

Sotto il nome di Farm-Brera, in via Brera 28 nascerà uno spazio aperto all’incontro tra studenti di diversa provenienza, mentor forniti da H-Farm (che da questo punto di vista può essere considerato come uno sponsor tecnico), personaggi di rilievo dell’imprenditoria, così da farli interagire. La collaborazione è stata annunciata dal presidente dell’Accademia Salvatore Carrubba e da Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm, entrambi convinti che da questo incontro possa nascere un grande vantaggio. Come ha spiegato Donadon, il principale sostenitore di questa particolare forma di laboratorio:

L’Accademia di Brera ha una storia di laboratori dove ragazzi molto creativi imparano le cose facendole: è quindi sembrato del tutto naturale lavorare insieme per incrociare le esperienze e contaminarsi reciprocamente con il sogno di creare grandi opportunità sia per i giovani che per le imprese. Facendo dialogare le esperienze d’innovazione e il patrimonio della tradizione, abbiamo la possibilità di dare una spinta al rilancio del nostro Paese.

Creare spazi è ovviamente il primo passo, ora bisognerà riempirli di contenuti. Questo toccherà agli studenti stessi, ma le opportunità saranno concesse dalla convenzione che porterà a Milano la capacità di accelerare le idee e il percorso di crescita di una possibile startup. In un ambiente destinato all’arte può sembrare inattuabile, ma basta pensare alla forte espansione economica dell’arte digitale per comprendere come questa scuola possa fornire menti fresche a nuove imprese, oppure fare di questi ragazzi imprenditori di sé stessi al passo coi tempi.

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