Street View, 7 milioni di dollari per wardriving

Possibile accordo da 7 milioni di dollari per chiudere il caso "Google Street View e wardriving": le indagini sono ormai in corso da quasi tre anni.
Possibile accordo da 7 milioni di dollari per chiudere il caso "Google Street View e wardriving": le indagini sono ormai in corso da quasi tre anni.

7 milioni di dollari. È quanto Google potrebbe sborsare per mettere fine alla vicenda che ormai da quasi tre anni vede il servizio Street View al centro di accuse relative a violazioni della privacy. Il tutto ha preso il via nel 2010, con la denuncia del procuratore generale del Connecticut, a cui sono seguite azioni simili da parte di altri 30 paesi. Al centro della polemica la cosiddetta pratica di wardriving, ovvero il salvataggio di informazioni riguardanti le reti WiFi aperte incontrate lungo la loro strada dalle Google Car, automobili impegnate nella mappatura del territorio ed equipaggiate con l’attrezzatura necessaria per scattare immagini panoramiche a 360 gradi.

Il gruppo di Mountain View ha già ammesso le proprie responsabilità, attribuendo quanto accaduto a una porzione di codice erroneamente finita nel software che gestisce le vetture e rassicurando gli utenti sull’intenzione di non utilizzare i dati raccolti in alcun modo. Questi, molto spesso, non contengono nemmeno riferimenti espliciti agli utenti, in quanto le Google Car si muovono di continuo uscendo in pochi decimi di secondo dalla portata dei network domestici agganciati.

Giustificazioni però non sufficienti per gli organi impegnati nella tutela privacy, che hanno continuato a sviscerare la questione in tutti i suoi aspetti per capirne di più. Lo scorso anno FFC (Federal Communications Commission) ha sanzionato il motore di ricerca con un’ammenda pari a 25.000 dollari, per non aver collaborato attivamente nell’agevolare le indagini. A questo si aggiunge anche la multa da 100.000 euro della Francia risalente al marzo 2011.

Interrogata dalla redazione di Bloomberg sul possibile accordo da 7 milioni di dollari, cifra destinata a essere distribuita fra più di 30 paesi, la portavoce di Google Nadja Blagojevic si è rifiutata di commentare in modo diretto l’indiscrezione (proveniente da una fonte rimasta anonima ma ritenuta molto affidabile), ribadendo però le responsabilità assunte dell’azienda in merito a quanto successo.

Siamo sempre molto impegnati per tutelare la privacy con i servizi Google, ma in questo caso non è avvenuto. È per questo motivo che abbiamo perfezionato rapidamente i nostri sistemi per risolvere il problema.

 

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