Domini: Perù e Brasile contro .amazon

Brasile e Perù hanno chiesto all'ICANN di non concedere il dominio .amazon all'azienda di Jeff Bezos, poiché quel nome deve identificare l'Amazzonia.
Brasile e Perù hanno chiesto all'ICANN di non concedere il dominio .amazon all'azienda di Jeff Bezos, poiché quel nome deve identificare l'Amazzonia.

I governi di Brasile e Perù hanno presentato una denuncia all’ICANN per opporsi alla concessione del dominio .amazon all’azienda guidata da Jeff Bezos. Amazon non è infatti solamente il nome del colosso dell’e-commerce, ma in inglese indica Amazzonia, ovvero la meravigliosa foresta pluviale situata in gran parte in Brasile, ma che si estende anche in Perù, Colombia, Ecuador, Venezuela, Bolivia, Guyana e Suriname.

Negli ultimi mesi l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Named and Numbers) ha ricevuto diverse domande di contestazione per alcuni domini, ma quella presentata da Brasile e Perù è senza dubbio quella di maggior rilievo. Amazon vorrebbe il dominio .amazon oltre a .kindle, .book e altri ancora, ma secondo i governi dei due Paesi concedere quello contestato al colosso di Jeff Bezos significherebbe impedire lo sfruttamento di quel nome per alcuni temi di interesse pubblico, quali ad esempio la tutela dell’ambiente e la promozione dei diritti degli indigeni che abitano nella regione amazzonica.

Brasile e Perù chiedono pertanto che la richiesta di Amazon venga annullata sostenendo che nessuna azienda privata deve poter utilizzare in maniera esclusiva un dominio che identifica un’area così importante per il futuro del pianeta qual è l’Amazzonia. Si legge nella denuncia che «la concessione dei diritti esclusivi […] a una società privata impedirebbe l’uso di questo dominio per scopi di interesse pubblico in relazione alla tutela, promozione e sensibilizzazione sui temi legati al bioma Amazzonia. Significherebbe anche ostacolare la possibilità di utilizzo di tale dominio all’insieme delle pagine Web correlate alla popolazione che abita in questa regione geografica».

La questione dovrebbe esser risolta a luglio, in modo che i primi domini assegnati possano essere usati entro la fine dell’anno, ma l’ICANN ha sospeso l’assegnazione di quelli contestati. Oltre ad Amazon sono infatti varie le aziende che hanno ricevuto una contestazione del genere: l’Argentina si era infatti opposta alla Patagonia, ovvero il produttore statunitense di abbigliamento, mentre la Cina all’uso di .shangrila da parte dell’omonima catena di alberghi.

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