I MacBook del futuro avranno un case multitouch

Apple brevetta un sistema per trasformare la scocca dei MacBook in una grande trackpad multitouch: per farlo sfrutta il suono e le vibrazioni delle dita.
Apple brevetta un sistema per trasformare la scocca dei MacBook in una grande trackpad multitouch: per farlo sfrutta il suono e le vibrazioni delle dita.

Brevetti futuristici in quel di Cupertino per la linea MacBook e, in seconda istanza, anche per gli iDevice: Apple vorrebbe progettare dei case completamente multitouch, tuttavia privi di sensori per il tocco. Come? Con uno speciale sistema di rilevazione dei suoni. In futuro si potrà accendere un MacBook Air semplicemente bussando sul suo coperchio?

Intitolato “Electronic Device Housing As Acoustic Input Device” e presentato all’US Patent And Trademark Office, il sistema vede l’impiego di uno speciale sensore di rilevamento delle onde sonore, così da associare un suono prodotto sulla scocca a una funzione. Ad esempio, passando le dita sul coperchio di un MacBook, la tecnologia può tradurre la lieve vibrazione in un comando come l’apertura di programmi, lo stand-by e via dicendo. Ovviamente, l’architettura del brevetto permette di distinguere tra suoni volontari e suoni involontari.

Fra i vari esempi, vi è la possibilità di utilizzare parte della scocca come se si trattasse di una grande trackpad multitouch, oppure si può ridurre il volume di una riproduzione in corso semplicemente picchiettando su una qualsiasi zona in alluminio del laptop. Si possono poi spostare icone e finestre, bloccare o sbloccare il dispositivo, aprire set specifici di documenti e molto altro ancora.

Come facile comprendere, un simile ritrovato tecnologico non apporterebbe enormi miglioramenti solamente al mondo di laptop e desktop, ma garantirebbe anche infinite applicazioni in ambito mobile. Si pensi, in particolare, alla possibilità di interagire con un iPhone in alluminio anodizzato toccandone qualsiasi parte della sua superficie. Lo stesso per iPad e tutti gli altri dispositivi mobile: una piccola rivoluzione del modo con cui l’utente si approccia al terminale.

Come la quasi totalità dei brevetti Apple, sottoposti e registrati a decine al mese, non è dato sapere se questa tecnologia targata mela morsicata troverà mai applicazione in un prodotto reale. Considerato come la prima sottomissione all’US Patent & Trademark Office risalga al 2009, a nome Aleksandar Pance, Nicholas Vincent King, Duncan Kerr e Brett Bilbrey, è facile intuire come forse Cupertino abbia deciso di non percorrere questa strada. Chissà, però, che le nuove generazioni di MacBook Air e MacBook Pro non stupiscano gli utenti proprio in questa direzione.

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