Facebook, in arrivo una valanga di app

Mark Zuckerberg ha promesso lo sviluppo di nuove app standalone. Le prime due dovrebbero essere Facebook Groups e Facebook Events.
Mark Zuckerberg ha promesso lo sviluppo di nuove app standalone. Le prime due dovrebbero essere Facebook Groups e Facebook Events.

Facebook punta tutto sul mobile. I risultati finanziari pubblicati ieri sera mostrano un deciso incremento del numero di utenti che accedono al social network tramite il proprio smartphone (da 874 milioni a 945 milioni) e un aumento dei profitti derivanti dall’advertising mobile, pari al 53% dei 2,59 miliardi di dollari complessivi. Non sorprende quindi la nuova strategia annunciata da Mark Zuckerberg, ovvero conquistare il mercato rilasciando nuove applicazioni standalone.

Attualmente, oltre all’app principale, l’azienda di Menlo Park offre anche Messenger e la poco apprezzata Home. L’uso del client di messaggistica è cresciuto di oltre il 70% nel quarto trimestre 2013. Per attirare un numero maggiore di utenti, Facebook vuole lanciare nuove app, molte delle quali integreranno funzionalità equivalenti a quelle offerte direttamente all’interno del social network. Nel 2012 sono state rilasciate le app Camera e Poke, ma il loro sviluppo è stato interrotto (la prima è stata poi sostituita da Instagram).

L’app principale include tutte le funzionalità che l’utente trova sul web, ma Facebook vuole “estrarre” queste feature e inserirle in app separate, come già fatto con Messenger. Ciò permetterà di incrementare le prestazioni. Per migliorare l’esperienza d’uso, lo stesso Zuckerberg ha anticipato i prossimi arrivi: Facebook Groups e Facebook Events. I Gruppi, in particolare, sono molto utilizzati (oltre 500 milioni di utenti al mese), quindi sarà sicuramente la prima funzionalità che verrà offerta mediante un’app standalone. Una terza ipotetica app potrebbe essere Facebook Paper, un mix tra Flipboard e un news reader, ma sempre legato ai contenuti condivisi dagli utenti sul social network.

L’obiettivo di Facebook è stimolare il “microsharing“, ovvero offrire la possibilità di condividere una parte dei contenuti con un gruppo ristretto di persone, perché «gli utenti non vogliono condividere con tutti i loro amici in una volta sola».

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