Steve Jobs salverà BlackBerry

John Chen crede di poter salvare BlackBerry dal fallimento nello stesso modo in cui Steve Jobs salvò Apple a fine anni '90. Lo ha dichiarato il CEO stesso.
John Chen crede di poter salvare BlackBerry dal fallimento nello stesso modo in cui Steve Jobs salvò Apple a fine anni '90. Lo ha dichiarato il CEO stesso.

Sarà Steve Jobs a salvare BlackBerry, o meglio il modus operandi che ha reso famoso lo scomparso ex CEO di Apple. Il nuovo amministratore delegato della compagnia canadese John Chen ha infatti appena paragonato la sua situazione attuale a quella che aveva Jobs quando tornò in quel di Cupertino, alla fine degli anni ’90.

Durante una recente intervista concessa al Wall Street Journal, il numero uno di BlackBerry ha infatti spiegato di aver «guardato Steve Jobs su YouTube, quando tornò in Apple. Si alzò e disse: “non ho un prodotto nuovo, sono follemente concentrato soltanto sui miei clienti“. Ecco, io sono questo adesso». Ed è proprio in tal modo che crede di poter risollevare BlackBerry dall’ormai prossimo fallimento.

«La mia opinione riguardo BlackBerry è davvero ampia. Sceglieremo quale dispositivo creare in base al software che facciamo». Ciò potrebbe significare l’incorporamento del servizio di comunicazione BlackBerry in altri prodotti, oppure progetti del tutto nuovi e ulteriori partnership, ha dichiarato, e ciò rappresenta potenzialmente un netto cambio di direzione per la società, che è divenuta famosa per i telefoni con tastiera fisica QWERTY, non più in grado di catturare la stessa attenzione da parte dei consumatori poiché gli stessi privilegiano oggi gli smartphone full-touchscreen, con tastiera dunque virtuale.

Chen ha precedentemente salvato Sybase – una società di database – e crede che, oltre ai telefoni, la chiave per il successo di BlackBerry sia proprio quella di creare nuove attività. BlackBerry continuerà tuttavia a produrre ancora telefoni, garantendo supporto ai propri consumatori ancora per molto tempo, ma «Apple deve vendere circa 58 milioni di iPhone per ottenere, direi, un margine di profitto pari al 10-12%. Se non siamo la prima o la seconda azienda per maggior numero di vendite, come facciamo a ottenere un margine di profitto? Potremmo benissimo vendere 30 milioni di cellulari e perdere denaro. Su questo purtroppo devo essere realista», ha specificato.

Il mercato degli smartphone è dunque instabile per chi non è il diretto leader e, secondo il CEO di BlackBerry, è sua responsabilità diversificare i prodotti quando tale segmento raggiungerà il livello di saturazione o quando vi sarà una nuova mania a catturare l’attenzione del pubblico. Chen è ben consapevole che il brand BlackBerry non è oggi quello più attraente nel settore dell’elettronica di consumo, ma sta dunque cercando ispirazione da un altro, così da trovare un nuovo posto in un settore attualmente troppo competitivo, e questa persona è proprio Steve Jobs, l’indimenticabile leader di Apple che è riuscito in pochissimi anni a far diventare la propria azienda la regina del mercato mobile.

Chen punta molto sul software di messaggistica BlackBerry Messenger per spingere il proprio business, spiegando che in futuro potrebbe integrarlo anche nei cruscotti delle auto, così come fatto recentemente da Apple con il progetto CarPlay. In questo caso potrebbe però allearsi con la diretta rivale di Cupertino: «potremmo anche decidere di collaborare con Google. Per quanto riguarda la sicurezza nella comunicazione, i nostri software fanno cose che invece i loro non fanno». Attualmente, però, pare che non vi sia alcun contatto tra i due gruppi.

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