Twitter, altro -10% a Wall Street

Terminato il periodo di "lock-up" in cui le azioni non potevano essere vendute, ora Twitter è disponibile apertamente sul mercato e cade subito del 10%.
Terminato il periodo di "lock-up" in cui le azioni non potevano essere vendute, ora Twitter è disponibile apertamente sul mercato e cade subito del 10%.

Twitter sta vivendo un momento particolarmente difficile a Wall Street, dove nubi tetre si affacciano su una giornata che si preannuncia estremamente cupa per gli investitori. Una nuova caduta del 10% in apertura di seduta significa che le azioni hanno ormai valore dimezzato rispetto all’inizio dell’anno: dai quasi 70 dollari sfiorati in gennaio e febbraio ,infatti, si passa agli attuali 35, quota sfondata al ribasso fin dall’apertura delle contrattazioni.

Era questo un intoppo in parte atteso, ma non per questo valutabile in una dimensione tanto ampia. In queste ore è infatti scaduto il termine entro il quale gran parte delle azioni del gruppo non potevano essere vendute, il che rende ora il pacchetto azionario TWTR molto più “liquido”: chiunque abbia posseduto una quota proprietaria all’atto della quotazione in Borsa, infatti, può ora disfarsi del proprio capitale. Il vincolo sulle vendite (definito “lock-up”) è una pratica abituale, poiché si impone così alla proprietà una presenza di garanzia durante i primi passi del gruppo a Wall Street.

Alla scadenza del vincolo, però, si sono aperti i timori del “si salvi chi può”: la caduta libera del valore azionario ha infatti costretto i principali azionisti a confermare pubblicamente il proprio credo nel gruppo, evitando perdite che avrebbero portato a situazioni di fuga incontrollata di capitali. La garanzia della proprietà, dunque rimane: tanto Jack Dorsey quanto Evan Williams, quanto ancora Dick Costolo e la Benchmark, hanno promesso di non vendere alcuna azione, rimanendo quindi sulle proprie posizioni e trasmettendo fiducia alla base.

Il risultato non è però tale da ribaltare la caduta prevista, e verificata, a inizio seduta: -10,5% fin dalla prima ora, arrivando a 34,6 dollari di quotazione, ossia il peggior risultato di sempre. L’ultima debacle era datata 30 aprile, quando con un -11,42% il gruppo atterrò a quota 37,83 dollari.

Da allora l’uccellino non ha ripreso a volare, anzi: la caduta odierna fissa una nuova base su cui cercare il rimbalzo fin dalle prossime ore, ma lo scetticismo sembra ormai aver permeato la presenza del gruppo a Wall Street e l’odierno accordo con Amazon per la vendita tramite il social network a poco è valso per cambiar rotta.

Le quotazioni sono ora approssimativamente quelle di fine 2013, prima del boom che a molti aveva fatto gridare allo scoppio di una nuova bolla. Bolla o no, il titolo è in caduta libera e sta cercando un nuovo livello su cui fermarsi prima di tentare la risalita. Il gruppo ha oggi valore di capitalizzazione pari a circa 20 miliardi di dollari.

Update: a fine seduta la quotazione è di 31,85 dollari, con una caduta complessiva pari al 17,81%.

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