Pinterest e i pin sponsorizzati

Anche il social dei pin sperimenta contenuti sponsorizzati. Per il momento solo negli Usa, ma la strada era tracciata da tempo. Come sarà accolta?
Anche il social dei pin sperimenta contenuti sponsorizzati. Per il momento solo negli Usa, ma la strada era tracciata da tempo. Come sarà accolta?

Lo scorso autunno Pinterest aveva annunciato di voler sperimentare i Promoted Pin sulla piattaforma. Ora l’azienda ha annunciato che sta lavorando con un ristretto gruppo di brand statunitensi per lanciare dei test a pagamento nei feed di ricerca e di categoria della piattaforma. Inizia l’era dei contenuti sponsorizzati anche su questo social?

Che il social network dei pin fosse particolarmente adatto alle strategie collegate ai marchi era noto, ora c’è qualche nome nella lista ufficiale delle aziende con le quali Pinterest inizierà a sperimentare dei contenuti sponsorizzati. Secondo Joanne Bradford, i visual bookmarks dovranno rispondere a tre caratteristiche: di buon gusto, trasparenti, pertinenti.

Decine di milioni di persone hanno aggiunto oltre 30 miliardi di pins a Pinterest e gran parte di questi sono marchi. I marchi aiutano le persone a trovare ispirazione, scoprire cose di cui si preoccupano, siano esse idee per la cena, luoghi dove trasferirsi o regali da comprare. Speriamo che i promoted pins diano alle imprese di ogni dimensione la possibilità di connettersi con più utenti.

Attualmente i brand che aiuteranno l’azienda a testare questi pin sulla piattaforma sono una dozzina, tra i quali ci sono autentici colossi come Netlè, Expedia, ABC, Kraft, Disney, e fanno parte di un esperimento che dovrebbe durate almeno fino alla fine dell’anno prima di prendere ogni altra decisione.

Ovviamente la questione dei contenuti sponsorizzati è un tema delicato per un social network, ci sono passati anche Facebook e Twitter. Il primo ha dovuto sbagliare, e molto, prima di trovare delle formule di successo (che funzionano soprattutto nel mobile), il secondo sta ancora lavorando per integrare i promoted tweets al feed in modo economicamente fruttuoso, ma al contempo ha trovato eccezionali possibilità nell’interazione con gli altri network, soprattutto la televisione.

La questione sta tutta nel cercare di capire se la reazione dell’utente sarà positiva oppure negativa, o quanto meno irritata: quanti di loro usano Pinterest per avere idee, per vedere opere d’arte originali, conoscere la moda, apprendere trucchi e mestieri particolari? Quanti utenti di Pinterest pensano al social come a una piattaforma per vedere cosa fanno gli altri e non cosa comprano? E si potrà fare cambiare loro idea a questo proposito? Nessuno meglio di Ben Silbermann e Evan Sharp lo può sapere. Di sicuro con gli strumenti di analisi e lo sbarco sui motori e sugli smartphone la strada è tracciata.

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