Turandot coi Google Glass al teatro di Cagliari

Al Teatro Lirico di Cagliari un particolare esperimento ha visto i Google Glass protagonisti di Turandot per un'opera particolarmente interattiva.
Al Teatro Lirico di Cagliari un particolare esperimento ha visto i Google Glass protagonisti di Turandot per un'opera particolarmente interattiva.

L’unità di ricerca e sviluppo tecnologico del Lirico di Cagliari, guidata da Nicola Fioravanti, ha utilizzato i Google Glass per un particolare esperimento di rappresentazione collettiva e interattiva, facendo indossare il peculiare dispositivo alla perfida Turandot. È la prima volta in assoluto che si assiste a un’opera social strutturata in questo modo, dove i tecnici hanno tentato di aggirare le limitazioni degli occhiali Android creando una staffetta tra chi li indossava, dato che lo streaming non era possibile.

Con orgoglio, la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari sottolinea che tale teatro è «il primo al mondo a utilizzare Google Glass per creare un esperimento di opera interattiva», supportato dal Co-Opera MediaLab e dal Lab di TSC Consultin, partner Google in Italia.

Il tutto è stato reso possibile grazie a un’app – semèstene – realizzata dai partner, che permetteva di pubblicare istantaneamente e automaticamente le fotografie e i video catturati da orchestrali e attori sul social network del teatro Lirico di Cagliari. Secondo quanto esplicato infatti dai responsabili dell’iniziativa, semèstene è stata creata per permettere che gli occhiali Google «indossati da attori, musicisti, cantanti e macchinisti, trasmettano quasi simultaneamente le foto e i video ripresi durante lo svolgimento dell’opera. I contenuti sono postati sui canali social del Teatro Lirico offrendo alla platea web non solo la possibilità di partecipare all’evento ma anche quella di godere dello spettacolo da un punto di vista assolutamente innovativo e privilegiato».

«Scopo della sperimentazione» – si legge nelle pagine del canale social dell’evento – «è esplorare nuovi linguaggi e proporre un rinnovamento di genere che possa comunicare alle sensibilità più moderne tutta la bellezza dell’opera lirica. Si tratta di un tentativo per avvicinare al pubblico del mobile, del web e dei social network una forma d’arte rimasta per secoli cristallizzata nella tradizione».

L’esperimento andrà avanti fino al 16 agosto e a quanto pare le prime fasi hanno generato risultati incredibili. Il Sovrintendente del Lirico Mauro Meli, il quale sta puntando sull’innovazione per rilanciare l’opera, ha spiegato che «abbiamo 300 mila persone collegate in rete, la sala ne tiene milledue», dunque «con Turandot l’opera lirica entra nel futuro, melodicamente e armonicamente parlando».

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