Un iFon porta Apple e iPhone in tribunale in India

Nuova causa legale per Apple in Asia: la società indiana iVoice chiede la rimozione della licenza iPhone perché troppo simile al marchio registrato iFon.
Nuova causa legale per Apple in Asia: la società indiana iVoice chiede la rimozione della licenza iPhone perché troppo simile al marchio registrato iFon.

Una nuova controversia sui marchi coinvolge Apple. Dopo il caso di iPad in Cina e la recente disputa su iFone in Messico, la Mela è coinvolta in un’analoga disputa legale in quel dell’India. A trascinarla davanti ai giudici un’azienda locale, desiderosa di revocare l’utilizzo del brand iPhone perché troppo simile al già esistente iFon.

La società in questione si chiama iVoice, un nome che ricorda da vicino i tipici prodotti dell’universo Apple: fondata nel 2007, dopo la presentazione del primo iPhone, l’azienda si è proposta di lanciare sul mercato indiano uno smartphone a basso costo per combattere il colosso statunitense. La registrazione del marchio è avvenuta nel maggio dello stesso anno, 12 mesi prima dell’arrivo ufficiale del melafonino nella nazione. Ora il gruppo si è rivolto alle autorità per la protezione della proprietà intellettuale pur di richiedere l’utilizzo esclusivo del marchio.

Nel 2008, quando Vodafone ha annunciato la disponibilità di iPhone 3G anche in India, Apple ha potuto depositare una mozione affinché il brand iFon non fosse utilizzato, date le leggi sulla protezione dei marchi internazionali. Sebbene iVoice non abbia mai realizzato il suo smartphone, le cui ultime notizie risalgono al 2010, la società ha deciso di agire nei confronti del gruppo californiano per le “ingenti perdite” dovute a tale mozione, richiedendo che la licenza sul nome iPhone venga revocata alla Mela.

Apple non dovrebbe incontrare molti ostacoli per questa disputa, a differenza del cammino travagliato di iPad in Cina, poiché la prima registrazione internazionale del nome “iPhone” risale alla fine del 2006, prima della fondazione della stessa iVoice. Il caso sembra rientrare pienamente nel nugolo di società orientali che, nel tentativo di sfruttare qualche cavillo di legge, cercano una compensazione extragiudiziale con il gruppo di Cupertino. Come andrà a finire lo si saprà però fra parecchi mesi, poiché la fase di indagine e il successivo dibattimento potrebbero richiedere anni prima di giungere a una sentenza.

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