Il documento italiano sulle tlc: roaming e Rete

Reso noto il documento sul pacchetto telco che l'Italia porterà a Bruxelles il 27 novembre. Su roaming e neutralità nessuna sorpresa. E molti dubbi.
Reso noto il documento sul pacchetto telco che l'Italia porterà a Bruxelles il 27 novembre. Su roaming e neutralità nessuna sorpresa. E molti dubbi.

La proposta finale del governo italiano da consegnare a Bruxelles il 27 novembre è ora di pubblico dominio. L’ha pubblicata l’avvocato Fulvio Sarzana, che ha così reso esplicite le parole di Antonello Giacomelli oggi all’Internet Governance Forum a Montecitorio. Qualche modifica sì, ma nulla di particolarmente incisivo: l’Italia continua a proporre di posticipare il roaming e sulla neutralità non tiene conto delle critiche di questi giorni.

Leggendo il documento integrale (pdf) viene da chiedersi a cosa siano servite le discussioni di questi giorni – e anche di queste ore – e soprattutto da chi siano veramente scritti paper tanto sbilanciati dal punto di vista degli obiettivi perseguiti. Lo scoop di Sarzana consente un primo giudizio (prima di quello della compagine europea) sui due grandi argomenti, i più delicati, cercando di capire cosa si propongono e perché. Al centro dell’attenzione proprio tariffe di roaming (uno dei maggiori ostacoli all’unificazione europea dal punto di vista delle comunicazioni dopo l’abbattimento delle frontiere) e i principi su cui costruire la Net Neutrality delle reti che verranno.

Il roaming al 2016

Sul roaming il parere italiano era già stato pubblicato: il nostro paese propone di posticipare alla fine del 2016 (addirittura oltre il 2015 prima individuato, ma due anni prima di quanto richiesto dagli stati più sordi) l’entrata in vigore del nuovo modello che abbatte le tariffe estere sul traffico dati. Così com’è, secondo Sarzana (e non soltanto), il documento «parrebbe avvantaggiare i grandi operatori di telefonia mobile, a scapito degli operatori di più modeste dimensioni e dei consumatori». Questo è ovvio, e già Neelie Kroes ne aveva fatto una battaglia. Invece, l’Italia propone di dare tempo ancora un anno e andare a scadenza naturale con l’attuale regolamentazione del giugno 2012. La cosa incredibile è che il pacchetto era già stato approvato dall’europarlamento e che nessuno ne ha mai parlato al commissario in tante visite in Italia.

Net neutrality

Sulla neutralità della rete, il documento mantiene i quattro elementi, piuttosto singolari e controversi, già denunciati alcuni giorni fa, tra i quali un approccio semplificato e l’inserimento dei servizi speciali. Ma in sostanza, la presidenza italiana sostiene:

  • La definizione di “neutralità della rete” a patto di non inserirvi il concetto di corsie preferenziali, preferendo occuparsi degli scopi della neutralità e non della sua effettiva concreta adozione.
  • Una attenzione alla qualità del traffico dei pacchetti in un’ottica di trasparenza, non discriminazione e proporzione della concorrenza in Rete.

Anche in questo caso, il documento sembra destinato a restare una patata bollente nelle mani della prossima presidenza, quella lettone. Anche se il documento chiude con la Trilog annunciata da Giacomelli, cioè ottenere un mandato esplorativo per negoziare i futuri scenari di governance con la Commissione ed il Parlamento Europeo.

Si accettano scommesse sulla risposta entusiasta degli stati membri.

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