Cina: blocco per l'accesso a Gmail tramite app

Da un paio di giorni gli utenti cinesi non possono effettuare l'accesso alle caselle del servizio Gmail nemmeno attraverso i protocolli IMAP, POP3 e SMTP.
Da un paio di giorni gli utenti cinesi non possono effettuare l'accesso alle caselle del servizio Gmail nemmeno attraverso i protocolli IMAP, POP3 e SMTP.

La pagina del Rapporto sulla Trasparenza di Google (screenshot allegato di seguito) che analizza il traffico generato verso i server Gmail dalla Cina mostra un azzeramento degli accessi alla piattaforma nel periodo compreso tra venerdì 26 e sabato 27 dicembre. Questo perché, stando a quanto segnalato da molti utenti nel paese asiatico, dallo scorso fine settimana è impedito l’utilizzo della casella di posta anche tramite i client e le applicazioni.

La versione Web di Gmail risulta fuori uso per gli utenti cinesi fin dal mese di giugno, ma ciò nonostante era finora stato possibile sfruttare i protocolli IMAP, POP3 e SMTP per connettersi al servizio, ad esempio tramite software come Outlook oppure Thunderbird. Da un paio di giorni anche questo metodo non risulta più funzionante. Ecco quanto dichiarato da un membro del movimento locale GreatFire.org che si batte per difendere la libertà di espressione nel paese.

Penso che il governo stia cercando nuovamente di eliminare la presenza di Google in Cina, oltre che di indebolirla all’estero. Immaginate se gli utenti Gmail non potessero usare i client cinesi. Molti al di fuori della Cina potrebbero essere forzati ad abbandonare Gmail.

Il traffico generato dalla Cina verso i server della piattaforma Gmail

Il traffico generato dalla Cina verso i server della piattaforma Gmail

La replica ufficiale è stata affidata a Hua Chunying, portavoce del Ministro degli Esteri, che ufficializza l’estraneità delle forze di governo al blocco e afferma l’intenzione di voler sostenere le aziende che desiderano investire sul territorio.

La Cina ha avuto costantemente un atteggiamento ospitale e di supporto per gli investitori stranieri che svolgono attività legittime. Forniremo, come sempre, un ambiente trasparente e ottimale per le aziende estere in Cina.

Dal canto suo Google dichiara di aver effettuato tutti i test del caso per verificare la presenza di eventuali problemi, ma senza riscontrare alcun intoppo. Queste le parole di un portavoce della divisione di Singapore.

Abbiamo controllato e da parte nostra non c’è nulla di anomalo.

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