Superfish: lettera di scuse da Lenovo

Lenovo ha pubblicato una lettera di scuse indirizzata agli utenti. Intanto è stata depositata la prima causa contro l'azienda e avviata una class action.
Lenovo ha pubblicato una lettera di scuse indirizzata agli utenti. Intanto è stata depositata la prima causa contro l'azienda e avviata una class action.

Da semplice problema di sicurezza, il caso Superfish è diventato un vero e proprio scandalo. La privacy degli utenti che hanno acquistato un notebook del produttore cinese è stata messa a rischio dalla discutibile scelta di installare un adware che suggerisce prodotti in base alle ricerche effettuate online. Lenovo ha ammesso l’errore, pubblicando le istruzioni per la rimozione manuale e automatica dell’add-on. La lettera di scuse non ha tuttavia impedito l’avvio delle prime cause contro l’azienda.

Superfish, sviluppato dall’omonima software house, doveva migliorare l’esperienza di shopping, consigliando prodotti con i prezzi più bassi durante la navigazione. In realtà, alcuni ricercatori hanno scoperto che l’adware può essere sfruttato per eseguire attacchi man-in-the-middle. Inoltre, vengono installati certificati HTTPS che consentono di intercettare il traffico web criptato. Lenovo ha prima rilasciato le istruzioni per eliminare Superfish dai notebook e successivamente ha distribuito un tool per la rimozione automatica. Microsoft, McAfee e Symantec hanno aggiornato gli antivirus per rilevare e cancellare l’adware.

Peter Hortensius, CTO di Lenovo, ha pubblicato una lettera per chiedere scusa agli utenti e cercare di riguadagnare la loro fiducia. Superfish non verrà più preinstallato sui futuri prodotti e verrà rimosso da quelli ancora in spedizione. Per risolvere definitivamente il problema, l’azienda ha avviato diverse iniziative, tra cui la creazione di immagini pulite con sistema operativo e applicazioni.

Lenovo sarà però costretta a difendersi in tribunale. La blogger Jessica Bennett ha depositato una causa presso la corte federale della California, accusando il produttore cinese di aver violato le leggi contro le intercettazioni e la concorrenza sleale. Uno studio legale della Pennsylvania vuole invece avviare una class action.

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