Ford trasforma la self-driving car in un cinema

Un brevetto depositato dall'Ovale Blu mostra un sistema in grado di trasformare l'abitacolo dei veicoli a guida autonoma in una sala cinematografica.
Un brevetto depositato dall'Ovale Blu mostra un sistema in grado di trasformare l'abitacolo dei veicoli a guida autonoma in una sala cinematografica.

Si chiama “Autonomous vehicle entertainment system” ed è uno dei brevetti più originali e interessanti tra quelli analizzati finora per quanto riguarda le vetture a guida autonoma. A depositarlo presso l’USPTO (United States Patent and Trademark Office) è stata Ford. La documentazione descrive un sistema che, di fatto, trasforma lo spazio interno dell’abitacolo in una vera e propria sala cinema, con tanto di schermo per la proiezione dei contenuti multimediali.

In termini concreti, il funzionamento è quello che si può intuire dall’immagine allegata di seguito. Quando attivato, l’impianto posiziona un telo davanti al parabrezza, spostando all’indietro i sedili frontali, così da permettere al conducente e ai passeggeri di mettersi più comodi. A questo punto, tutto è pronto per la visione di un film. Nel frattempo il veicolo guida da solo verso la destinazione impostata, in modalità self-driving car.

Trattandosi di un brevetto, quasi certamente non si vedrà una tecnologia di questo tipo implementata a breve sulle auto in commercio. Risulta comunque interessante analizzare l’idea, poiché testimonia come la guida autonoma avrà un impatto significativo non solo sulla sicurezza nei trasferimenti su quattro ruote, ma anche nel modo di concepire e di vivere la vettura stessa: non più solo un mezzo di trasporto, ma quasi un’estensione dell’ambiente domestico, dove il comfort diviene una priorità e il tempo trascorso a bordo può essere impiegato per l’intrattenimento o per la produttività.

Il brevetto Ford "Autonomous vehicle entertainment system"

Il brevetto Ford “Autonomous vehicle entertainment system”

Allo stato attuale, non si è forse ancora pronti ad isolarsi completamente da ciò che avviene intorno all’auto, anche quando a gestire il movimento è il complesso sistema di sensori, algoritmi e attuatori equipaggiato sulle self-driving car. Si è troppo abituati ad osservare costantemente la carreggiata, prestando continuamente attenzione a ciò che fanno gli altri occupanti della strada. Perché l’auto possa realmente trasformarsi in un secondo salotto servirà, ancor prima che un perfezionamento della tecnologia di bordo, un adattamento culturale da parte di chi per ovvi motivi è da sempre abituato ad un’interazione di tipo attivo con i mezzi a quattro ruote.

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