Wikipediani in Italia

Va a concludersi il raduno mondiale di Wikipedia, con l'esordio del nuovo direttore di Wikimedia e una serie di idee per l'enciclopedia che verrà.
Va a concludersi il raduno mondiale di Wikipedia, con l'esordio del nuovo direttore di Wikimedia e una serie di idee per l'enciclopedia che verrà.

Aperta ufficialmente la dodicesima edizione di #Wikimania2016, il raduno mondiale di Wikipedia, con l’arrivo di Jimmy Wales, i wikipediani si apprestano a salutare la piccola comunità di Esino Lario, in provincia di Lecco, dove superano ormai di gran lunga gli abitanti, dopo tre giorni di conferenze e incontri su diversi temi, dal copyright all’educazione, fino alla presentazione dei migliori progetti presentati dai diversi paesi. Da questo raduno uscirà la Wikipedia del prossimo futuro.

Nella tranquillità dei monti della Valsassina centinaia di persone di ogni origine e lingua generano nuove idee e contenuti: wikipediani esperti e nuovi contributor fianco a fianco cercano di discutere apertamente di diversi aspetti dell’enciclopedia libera online e delle iniziative ad essa collegate. Dal rapporto tra Wikipedia e i social network alle soluzioni necessarie per poter modificare le voci in modo più intuitivo anche da mobile (tema che sta molto a cuore anche allo stesso Wales), dalla valorizzazione del ruolo delle donne fino alla curiosità di mandare nello spazio alcuni contenuti dell’enciclopedia durante una prossima missione spaziale.

Si sente molto, nelle parole soprattutto dei contributor più giovani, il tema della parità di genere e della questione delle biografie delle persone viventi. Un problema molto sentito anche in Italia, il paese d’Europa che ha più voci biografiche in proporzione al totale. Oltre 19.300 nuove voci, aggiunte in meno di un anno grazie all’attività di editor sconosciuti, ma in prima linea nella ricerca e nella lotta alla discriminazione, hanno corretto in parte il problema piuttosto evidente della centralità maschile e occidentale della cultura wikipediana. Ovviamente non importa il sesso di chi scrive, ma solo l’imperativo di dare spazio al mondo femminile, in modo trasversale a tutti i settori, rispettando comunque i pilastri del sapere enciclopedico, il primo dei quali è non confondere mai l’attualità con la storia degna di essere ricordata.

Free panorama

In giornata, l’ultima in programma, si terrà una nuova serie di appuntamenti su temi di rilievo per il mondo di Wikipedia, tra cui Wiki Loves Monuments, durante il quale si parlerà anche del free panorama, ovvero la richiesta di una revisione della legislazione attuale che preclude la possibilità di pubblicare e condividere le immagini del patrimonio culturale italiano su Wikipedia senza l’autorizzazione delle autorità preposte. Qualcosa è stato fatto grazie a un emendamento promosso dall’Integruppo parlamentare per l’innovazione, l’on. Veronica Tentori (peraltro residente a Lecco) annuncerà al raduno che un nuovo emendamento nella legge sulla Concorrenza alzerà ancora un po’ l’asticella. «L’emendamento è approvato», spiega, «il cambiamento al vertice al MISE ha solo rallentato le comunicazioni ma credo non ci saranno problemi una volta che la legge arriverà in aula».

Il nuovo direttore di Wikimedia

I giorni italiani sono stati anche occasione per l’aggiornamento dell’organigramma. Il board di Wikimedia Foundation, nella riunione di venerdì, ha votato all’unanimità Katherine Maher come nuovo executive director di WMF. La nomina è stata annunciata dallo stesso Jimmy Wales durante la cerimonia inaugurale e oggi, terza e ultima giornata della conferenza Wikimania 2016, farà il suo esordio ufficiale nella nuova veste. Un ruolo fondamentale per lo sviluppo geografico e culturale dell’enciclopedia.

Durante la cerimonia inaugurale di Wikimania 2016 Jimmy Wales ha annunciato la candidatura di Katherine Maher come nuove direttrice della Wikimedia Foundation. Il board riunitosi quello stesso giorno a Esino Lario ha votato e approvato la nomina.

Durante la cerimonia inaugurale di Wikimania 2016 Jimmy Wales ha annunciato la candidatura di Katherine Maher come nuova direttrice della Wikimedia Foundation. Il board riunitosi quello stesso giorno a Esino Lario ha votato e approvato la nomina.

Intervista a Lorenzo Losa: Wikimedia Italia

Wikimedia Italia si occupa dal 2005 della diffusione della conoscenza tramite l’enciclopedia libera e di progetti di open culture. L’associazione conta 400 membri, molti sono anche contributori attivi, e sul territorio nazionale cerca e spesso trova collaborazione con musei, comuni, scuole, biblioteche. Partnership che fruttano progetti come Wiki Loves Monuments, il concorso fotografico che ha come obiettivo la catalogazione free del patromonio artistico del Belpaese, Glam (acronimo di Galleries, Libraries, Archives, Monuments), un piano di coordinamento dei professionisti del settore culturale, OpenStreetMap, un database cartografico online, e il progetto di alfabetizzazione informatica indirizzato agli studenti.

Con più di un milioni di voci, la versione italiana di Wikipedia è tra le più significative d’Europa, ma da qualche tempo è anche al centro di un dibattito sul ruolo degli editor che hanno la responsabilità di controllare la qualità delle voci e la coerenza e affidabilità dei contributi. Alcune recenti polemiche tra diretti interessati e wikipediani ha sollevato il tema di quanto sia rigida o troppo burocratica la natura di questi editor a proposito delle biografie di viventi, uno dei punti deboli – inevitabilmente – di ogni enciclopedia. Quanto è possibile essere davvero neutrali quando si tratta di argomenti più vicini all’attualità che alla storia? E le linee guida dell’enciclopedia sono davvero trasparenti? Webnews l’ha chiesto al presidente di Wikimedia Italia, Lorenzo Losa.

Improvvisamente l’editor di Wikipedia è diventato il simbolo di una casta rigida e arrogante. Come spiegarselo?

Penso sia importante precisare due cose. La prima: la fondazione non si occupa di scrivere l’enciclopedia, quello possono farlo tutti, né di gestire l’infrastruttura, che è centralizzata. Noi la portiamo avanti cercando di rispettarne i principi. La seconda è che per sapere cosa fare in certi momenti ci vogliono delle linee guida.

Il punto è questo: dai principi si emanano delle linee guida interpretative, e alcuni considerano l’attuale menage editoriale troppo chiuso. Altri, ovviamente, pensano invece che eviti le personalizzazioni.

Wikipedia si basa su cinque regole molto semplici, quattro sono definizioni: Wikipedia è una enciclopedia e non una raccolta indiscriminata di informazioni, ha un punto di vista neutrale, è libera da copyright, è collaborativa. L’ultima delle 5 regole è “ignora le regole”, cioè incoraggia tutti a non essere timidi nell’approccio perché tanto ciò che si scrive è modificabile. Se ci rendiamo conto che ci sono abitudini che non funzionano, le cambiamo. Naturalmente serve avere delle linee guida, perché dobbiamo capire cosa deve starci oppure no, come risolvere un problema.

Wikipedia non si occupa di attualità, ma di cose che resteranno. Questo però non sembra più chiaro come nei primi anni. Cos’è successo?

Questo andrebbe chiesto a chi ha fatto delle polemiche a mio parere insensate, ad esempio a proposito dei candidati alle ultime elezioni: è ovvio che non si possono mettere voci enciclopediche su chi è alla ribalta per un momento relativamente breve. Quando invece la biografia assume un peso storico allora si può creare una voce. La nuova sindaca di Roma ha una voce su Wikipedia, giustamente. Ora però, non prima di essere eletta.

Philip Roth ha dovuto far scrivere un articolo al New Yorker per correggere indirettamente un errore sulla enciclopedia a proposito di un suo romanzo. Esserne l’autore non cambiava nulla. E poi c’è il caso Aranzulla, tanto noto al grande pubblico quanto escluso dall’enciclopedia, scatenando un dibattito molto acceso, fuori ma anche dentro Wikipedia. Non si potrebbero aprire dei badge certificati per persone di grande autorità su temi propri con la capacità di correggere le loro stesse voci previa doppia certificazione di un membro della fondazione?

Capisco l’argomento, ma devo obiettare: andrebbe nella direzione contraria al progetto Wikipedia. L’enciclopedia è aperta al contributo di tutti, quindi nessuno dovrebbe avere un badge particolare. Noi vogliamo il contributo degli esperti, anzi è importante, ma devono essere sullo stesso piano rispetto alla logica croudsourcing. L’obiettivo di Wikipedia è che tutti possano contribuire sullo stesso piano, non su piani diversi.

Vi ha dato fastidio essere considerati una casta?

Preferisco non parlare in questi termini. La faccio breve: tutto è perfettibile, l’enciclopedia è aperta al contributo di tutti, ma prima è importante capirne il senso, dimenticarsi l’attualità, l’orientamento soggettivo, e avere voglia di contribuire alle voci rispettando le linee guida che sono molte e complesse e in continuo aggiornamento. Il contrario del dogmatismo. Quando invece si vuole fare polemica tanto per farla e soprattutto si dimostra di confondere Wikipedia col giornalismo, rispondo che noi dobbiamo lavorare all’enciclopedia, c’è tanto da fare, ogni giorno vengono create alcune centinaia di voci sulla versione italiana, e quelle esistenti si espandono e c’è continuo lavoro di miglioramento della qualità.

Esino resta implementato

Questa Wikimania 2016 è un caso positivo? Certamente originale, tanto che lo stesso fondatore, Jimmy Wales, ha confessato ai wikipediani appena arrivato venerdì «quando mi hanno parlato di Esino Lario per la prima volta e mi hanno detto che i wikipediani sarebbero stati più degli abitanti, ho pensato: com’è possibile? Ce la faranno?». Scontando qualche piccolo intoppo organizzativo e la logistica orrenda (per i giornalisti), si può dire che gli organizzatori hanno vinto la scommessa. Alcuni particolari vanno segnalati perché interessanti, ad esempio la partnership tecnica con Elmec, un’azienda del varesotto che ha fornito i suoi server con una particolare soluzione chiavi in mano, compresa una piattaforma cloud. Inoltre, è stata sviluppata dagli studenti dell’Itis Baldoni di Lecco un’applicazione mobile sulla manifestazione, che gira sempre sulla stessa infrastruttura. L’azienda Eolo spa infine ha installato 100 access point wifi a banda ultralarga da 1 Gigabit. Parte di questa tecnologia non verrà smontata come il tendone di un circo una volta finito lo spettacolo, resterà patrimonio del paese, che così entra in Rete coi suoi 761 abitanti con una tecnologia di alto livello.

Ovviamente nei raduni precedenti, svoltisi in città come Hong Kong, il digital divide non era neppure preso in considerazione, così come la disponibilità di edifici. Chissà che la lungimiranza di questa proposta, che si deve in particolare a Iolanda Pensa, cittadina di Esino, ricercatrice all’Università Supsi a Lugano, riuscita a coagulare attorno a questa idea nell’ottobre del 2014 uno staff che è riuscito in un’impresa che pareva impossibile, non diventi un case history per il futuro. Con un investimento complessivo di 800 mila euro, tra enti pubblici e la fondazione Wikimedia, e puntando sulla ospitalità dei residenti, si è costruita una rete ultralarga che connette otto edifici (rimodernati, a partire dal museo in Villa Clotilde), si sono coinvolte 80 risorse umane, 20 istituzioni e si è creato valore che resterà a disposizione di una piccola comunità.

Dida

Come da tradizione, ultimo atto di Wikimania è una grande foto di gruppo. Tra le curiosità dell’edizione 2016, si annovera l’età più giovane di un partecipante (3 anni; 73 anni quella del meno giovane); il gruppo straniero più presente è stato quello tedesco, con 70 partecipanti sugli oltre 1200 totali (1368 se si includono i volontari); i wikipediani arrivati a Wikimania provenivano da 70 nazioni diverse, la più distante delle quali era la Nuova Zelanda. La casa di Esino che ha aperto le sue porte a più wikipediani è stata quella della famiglia Terzoli: ben dieci persone, del gruppo di Wikimedia Italia.

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