Il ritorno del vinile ai tempi dello streaming

Per la prima volta nella storia, in Italia si vende più musica digitale che non su supporto fisico, ma in questo contesto svetta l'impennata del vinile.
Per la prima volta nella storia, in Italia si vende più musica digitale che non su supporto fisico, ma in questo contesto svetta l'impennata del vinile.

I dati Deloitte per il mercato musicale italiano nel primo semestre del 2016 raccontano una storia particolare, per molti versi romantica, sicuramente emblematica. Due dati, infatti, emergono con forza. Primo, per la prima volta la musica digitale sorpassa la musica su supporto fisico; secondo, il vinile cresce di ben il 43% con un colpo di coda magistrale rispetto alle nefaste previsioni che lo volevano tecnologia morta.

La situazione era tutto fuorché scontata solo fino a pochi anni fa, quando le cronache narravano un Napster in fallimento, una RIAA statunitense aggressiva nei confronti degli utenti e un mondo del file sharing in continua evoluzione. Gli sforzi del mercato musicale (il primo ad affrontare realmente le difficoltà dell’evoluzione digitale) hanno però sortito gli effetti auspicati ed oggi, mentre la transizione è ancora pienamente in atto, i numeri fotografano una situazione che volge al meglio: il fatturato complessivo cresce dell’1% (raggiungendo quota 66,4 milioni di euro) con una crescita pari al 23% rispetto al 2014. Il tutto registra un ulteriore aspetto positivo: la crescita va a favore soprattutto degli artisti italiani, visto che il 44% degli introiti è tricolore contro il 38% della fetta relativa al repertorio internazionale.

A fare da capofila nel comparto della musica digitale è il mondo dello streaming: +51% grazie a servizi quali Spotify, Deezer, Apple Music e TIMmusic, fino a raggiungere un fatturato pari a 26,2 milioni. Questa l’istantanea offerta dalla FIMI: il 20% dei consumatori oggi accede a contenuti musicali passando attraverso servizi streaming a pagamento. Complessivamente gli introiti da abbonamento sono la fetta maggiore degli introiti da download, ma le riproduzioni ad-supported crescono altresì del 19% e contribuiscono al totale per quasi il 30%.

In tutto ciò ecco incastonarsi la vera novità: il vinile. Mentre il mercato della musica su supporto fisico scende del 13% (passando da 37 a 32 milioni) e perde per la prima volta lo scettro del mercato, il vinile sale dal 4 al 5% del settore mettendo a segno una crescita complessiva pari al 43% rispetto allo stesso semestre del 2015. Oggi il mercato del vinile vale in italia oltre 3,4 milioni di euro. Sebbene non possa essere una lettura convincente, sembra bello poter valutare l’emergere del digitale come un sacrificio dell’analogico, ma in tutto ciò c’è la crescita del vinile a consentire al mercato di crescere di un punto percentuale anno su anno.

Streaming e vinile, un’accoppiata che nessuno avrebbe mai immaginato. Ma sono questi, oggi, i pilastri della crescita della musica nel nostro paese.

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