Spotify e AccuWeather: musica per meteoropatici

Dalla collaborazione tra Spotify e AccuWeather nasce Climatune, un sito che suggerisce playlist musicali da ascoltare in base alle condizioni meteo.
Dalla collaborazione tra Spotify e AccuWeather nasce Climatune, un sito che suggerisce playlist musicali da ascoltare in base alle condizioni meteo.

Non c’è dubbio che le condizioni meteo abbiano una forte influenza sull’umore. Per qualcuno il fenomeno è tanto evidente da poter parlare senza mezzi termini di meteoropatia. Di conseguenza, varia anche il tipo di musica ascoltata. Spotify lo sa bene e, in collaborazione con il servizio AccuWeather, lancia oggi un’iniziativa alquanto particolare: si chiama Climatune ed è accessibile tramite interfaccia Web.

Si tratta essenzialmente di un sito che suggerisce playlist sulla base delle condizioni meteo rilevate nei pressi di dove si trova l’utente, che a sua volta ha la possibilità di cambiare, scegliendo tra sole, vento, nuvole, pioggia, neve o notte serena. I brani sono consigliati sulla base delle preferenze rilevate analizzando le canzoni maggiormente riprodotte nelle varie città in relazione alle condizioni del tempo: ad esempio, con una giornata soleggiata si è soliti ascoltare musica allegra, mentre quando piove si opta per una colonna sonora più cupa. Queste le parole di Ian Anderson (no, non il leader dei Jethro Tull), responsabile della ricerca per Spotify.

C’è una chiara connessione tra com’è il cielo e le canzoni nelle playlist degli utenti. Per la maggior parte delle città che abbiamo studiato a livello mondiale, nelle giornate di sole si ascoltano di più brani allegri. Il meteo sembra avere un maggiore impatto in Europa.

L’idea in realtà non è del tutto originale: già l’aveva proposta Songza, società ora acquisita da Google per integrarne la tecnologia nel servizio Play Musica, in partnership con Weather Company (ora sotto il controllo di IBM). Una doverosa precisazione: su Climatune è possibile riprodurre una breve anteprima delle canzoni in streaming, mentre per l’ascolto in forma integrale si viene reindirizzati su Spotify. L’obiettivo dell’iniziativa, dopotutto è proprio quello: aumentare il numero di iscritti, spingendone il maggior volume possibile a optare per la formula in abbonamento.

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