Moda, retail e consumo nell'Hub di Accenture

Apre a Milano il più grande hub di Accenture (1200 mq) per incentivare l'innovazione nei settori della moda e dei beni di consumo: sale tech ed eventi.
Apre a Milano il più grande hub di Accenture (1200 mq) per incentivare l'innovazione nei settori della moda e dei beni di consumo: sale tech ed eventi.

Accenture ha aperto a Milano il suo più ampio hub dedicato ai settori del retail, della moda e dei beni di consumo. La via dell’eCommerce, sempre più collegata all’intelligenza artificiale e agli IoT, trova nelle 16 sale e i 1200 mq al civico 8 di piazza Gae Aulenti, dove ha trasferito tutta l’azienda, prima ad Assago, un centro di innovazione che cerca di anticipare le tendenze tecnologiche e le mette in mostra in tre luoghi connessi: la casa, il negozio di abbigliamento, il supermercato. Tutti estremamente connessi.

ACIN (Accenture Customer Innovation Network) è un hub parte dell’investimento che la multinazionale sta facendo per collegare i vari punti di innovazione nel globo. Il fulcro è quello storico di Accenture, l’innovazione nell’esperienza di acquisto, però più spinto, aggiornato. L’Hub è in pratica sia un ambiente di stimolo esterno, di vetrina, sia di lavoro con startup e università. Le aziende in questo Acin vivono, secondo Accenture, una “journey innovation”, un percorso di ripensamento dentro un polo dove vengono regolarmente ospitati protagonisti internazionali dell’innovazione (ad esempio il 6 giugno verrà Lyining Yao).

Tanti Hub

Dopo Chicago, Singapore, Bangalore, Accenture apre in Italia questo hub, con caratteristiche proprie. Lo racconta Andrea Ruzzi, direttore responsabile di Acin, ai giornalisti, pensando al numero già alto di visite prenotate e di accoglienza di startup in questi spazi. Un po’ acceleratore, un po’ vetrina, un po’ luogo di scambio digitale e un po’ nodo di una rete aziendale, L’Acin ha uno scopo preciso: fare toccare con mano il risultato della ricerca e dell’innovazione alle aziende clienti di una super azienda di consulenza come Accenture, ritagliando le soluzioni dal punto di vista dei loro clienti. Un piccolo cambiamento per il mondo B2B che senza quel customer negli acronimi fatica a vendersi, a fare capire il suo valore.

Andrea Ruzzi, managing director Accenture Products e Responsabile di Acin.

Andrea Ruzzi, managing director Accenture Products e Responsabile di Acin. Questo spazio sorge al civico 8 di piazza Gae Aulenti a Milano, ha 16 sale, copre un’area di 1600 mq ed è un centro di innovazione, un facilitatore strategico per l’esportazione e l’importazione di pratiche dagli altri hub, e una vetrina di di soluzioni per i clienti. Ospiterà già nelle prossime settimane Università, startup, influencer, partner industriali. Accenture conta 12 mila professionisti in Italia distribuiti in diversi centri, a Milano, Torino, Roma, Napoli, Cagliari. In questo, a Milano, c’è una sala plenaria modulabile in tre spazi dedicati agli insight, al finance e al ciclo di vita dei prodotti; una connected-home che riproduce la tipica giornata di un consumatore, un fashion store allestito, un grocery, una sala con tecnologia immersiva, un laboratorio, e poi spazi di condivisione: bar, studi, uno spazio per il think tank.

Il luogo sembra un viaggio nelle case e nei negozi del 2020: cucine con elettrodomestici che supportano chi li usa; lo specchio del bagno il cui processo ha inizio dai wearable device (dispositivi tecnologici indossabili come smartwatch e fitness band) o connected device (come smart sleep system) che raccolgono informazioni relative alle funzioni vitali come qualità del peso corporeo, pressione, sonno e sveglia, e poi continua con le news e l’agenda; supermercati dove il consumatore si identifica all’ingresso con tecnologia NFC, così che il retailer avvisa sull’avanzamento nella preparazione della spesa in base alla lista compilata a casa e fornisce proposte personalizzate analizzando in real-time, con algoritmi di intelligenza artificiale, lo storico degli acquisti e il carrello in corso.
Ha quindi inizio un’esperienza d’acquisto personalizzata per la scelta dei prodotti, il loro acquisto, la loro consegna, totalmente automatizzata.

È una immersione, raccontano quelli di Accenture, che verrà trasmessa anche da remoto grazie a 70 km di cavi, e 60 telecamere. La tecnologia a disposizione non sarà fissa nel tempo, ma si adeguerà alle sperimentazioni e alle idee che passeranno da piazza Gae Aulenti 8. Le demo room saranno il luogo di test delle tecnologie che avranno triplice utilità: per Accenture stessa, per i suoi clienti, per i clienti dei loro clienti. Questo insieme di magic mirror, IoT, monitor touch, cloud service, sistemi fisici interattivi, serve a portare valore nell’immediato, a scalare subito per dare soluzioni alle aziende che cercano nuove strade nel rapporto con il consumatore. Errore sarebbe pensare che il livello è troppo alto: certamente sono pochi coloro che possono permettersi questi servizi tecnologici, ma vale sempre la regola per cui ciò che prima è detenuto come bene di lusso poi diventa bene della classe media e infine bene di tutti.

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L’innovazione in Accenture avviene tramite un’architettura complessa, dove gli hub sono solo una parte (la penultima da sinistra).

Acin in cinque parole

Prototipazione. L’Hub di Milano serve ad accorciare i cicli di ideazione, sperimentazione e realizzazione delle nuove soluzioni, garantendo i livelli di scalabilità e le tempistiche di esecuzione. In Italia si pensa in particolare a moda e retail.
Storia: Accenture ha una storia lunga, di decenni, di razionalizzazioni di progetti, questi hub servono a concretizzare questa storia nelle forme dell’innovazione odierna.
Talenti: Accenture ha messo assieme un team di talenti con età media inferiore ai 34 anni provenienti da diversi Paesi, strettamente interconnesso con le figure professionali di tutti gli altri centri Accenture.
Umanizzazione: L’osservazione dei trend e delle tecnologie, la comprensione del loro impatto attuale e potenziale, l’analisi e l’identificazione dei bisogni nel percorso di “umanizzazione” della tecnologia e nello sviluppo di modelli evoluti di customer experience. In questo modo si cerca di dare applicazione a tecnologie disruptive quali Artificial Intelligence, IoT, Blockchain, Virtual Reality e Robotics
Fisicità: ACIN è un ambiente vero. Nonostante tutta la cultura digitale di cui potremo disporre, è molto complicato spiegare queste tecnologie senza poterle toccare. Ci vuole un luogo dove convergono idee ed esperienze.

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