Maker Faire Rome 2018, Life

A Maker Faire Rome 2018 si parla di Life, cioè di come l'impegno dei maker possa avere effetti positivi sul lavoro e sulla vita di tutti i giorni.
A Maker Faire Rome 2018 si parla di Life, cioè di come l'impegno dei maker possa avere effetti positivi sul lavoro e sulla vita di tutti i giorni.

A Maker Faire Rome 2018 si parla anche di Life, cioè di come il lavoro dei maker possa impattare nella vita di tutti i giorni. Cristina Cipriano, ricercatrice indipendente di biologia molecolare, ha spiegato come i maker e la scienza possono imparare tra di loro. Le ricerche vanno condivise e soprattutto devono poter essere accessibili a tutti, ecco perché è importante arrivare ad una collaborazione interdisciplinare. Tuttavia, ci possono essere dei limiti tecnici, logistici ed economici che possono limitare la ricerca.

Cristina Cipriano ha spiegato di aver messo mano ai sui strumenti di laboratorio realizzandoli in proprio e continuando a migliorarli. Il risultato è un insieme di strumenti di precisione per i laboratori di biologia molecolare che non solo sono efficaci ma anche estremamente economici e quindi alla portata di tutti. Strumenti che sono stati realizzati anche per essere estremamente facili da trasportare. In questo modo possono trovare spazio non solo negli ambienti più piccoli ma anche nei laboratori amatoriali e nelle nelle realtà in via di sviluppo dover poter favorire le ricerche.

Sul palco poi Joseph Puglisi, Professore presso il Dipartimento di Biologia Strutturale dell’Università di Stanford, che ha parlato del progetto Beyond Meat. Il baricentro di questo progetto è la domanda di come si potrà dare da mangiare a 9,6 miliardi di persone nel 2050. Un problema che si proporrà soprattutto a causa dell’incremento della richiesta di carne e di proteine nei Paesi emergenti che progressivamente stanno elevando la loro condizione economica adottando uno stile alimentare più occidentale.

Bisogna produrre più cibo ma la produzione non può aumentare perché non sostenibile anche a causa del contestuale aumento dell’inquinamento derivante dalle aziende alimentari. La soluzione è di utilizzare le proteine vegetali creando un prodotto che sensorialmente sia identico ad una bistecca. Joseph Puglisi e il suo staff hanno creato un hamburger che a livello di estetica, di sapore e di profumo è identico a quello di carne reale.

Un prodotto che in America ha avuto molto successo e che potrebbe risolvere molti dei problemi alimentari.

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