Marte, straordinarie immagini del lago di ghiaccio

L’ESA pubblica le immagini mozzafiato del cratere Korolev che presenta 82 chilometri di diametro con ghiaccio al suo interno.
L’ESA pubblica le immagini mozzafiato del cratere Korolev che presenta 82 chilometri di diametro con ghiaccio al suo interno.

L’agenzia spaziale europea ESA ha diffuso alcune spettacolari immagini di una distesa di ghiaccio in mezzo a quello che sembra essere un deserto. Il dettaglio straordinario è che siamo su Marte e lo scatto è in realtà un mosaico di cinque foto riprese dalla fotocamera di altissima risoluzione HRSC (High Resolution Stereo Camera) di Mars Express.

Questa sonda è in orbita dal 25 dicembre del 2003, quindi da 15 anni sorvola Marte e grazie a questi scatti si è riuscito a comporre le immagini da differenti prospettive che tutti possono vedere. Si vede un’enorme distesa di ghiaccio permanente all’interno del cratere Korolev, che misura 82 chilometri di diametro.

Marte

Il cratere è ubicato nell’estremo nord di Marte, vicino alla distesa di dune Olympia Undae e il nome del cratere proviene dall’ingegnere e pioniere della tecnologia spaziale Sergei Korolev. Ha dato nella sua carriera un grande contributo al lancio dei programmi Sputnik, cioè i primi satelliti che hanno raggiunto l’orbita, ma anche Vostok, prime navette a portare gli umani nello spazio.

Lo spessore del ghiacciaio misura all’incirca due chilometri. Come è possibile che si mantenga intatto all’interno del cratere? Il fenomeno viene chiamato “trappola fredda”, con delle correnti di aria più fredda che spingono sul fondo e che creano le condizioni ideali per far durare la calotta, nonostante su Marte ci siano alte temperature.

Gli scienziati sostengono che un tempo sul pianeta rosso erano presenti laghi, mari e fiumi di acqua della stessa fluidità dell’Oceano Pacifico presente sulla Terra. La maggior parte delle riserve d’acqua è poi evaporata nell’atmosfera e solo una piccola parte è rimasta sotto forma di calotte polari o depositi sotterranei di ghiaccio. I ricercatori si sono concentrati sul cosiddetto “ciclo dell’acqua” di Marte, con le riserve idriche che evaporano per poi precipitare nelle parti più fredde del pianeta.

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