Gli USA potrebbero bloccare Huawei e ZTE a gennaio

Nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Huawei e ZTE negli USA, dove le due compagnie potrebbero dover fronteggiare un divieto di commercio.
Nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Huawei e ZTE negli USA, dove le due compagnie potrebbero dover fronteggiare un divieto di commercio.

Huawei e ZTE non stanno vivendo un buon inizio anno. Dopo aver concluso il 2018 nel mezzo degli intrighi sollevati dal governo degli Stati Uniti nel merito della poca sicurezza nazionale per chi si affida ai loro strumenti, ora Trump ha intenzione di sferrare il colpo decisivo alla questione.

A quanto pare, entro il mese di gennaio dovrebbe concretizzarsi la decisione del tycoon di bannare per un periodo prolungato le due compagnie dal mercato nazionale, ovvero di vietare che aziende del paese possano comparare e utilizzare l’hardware delle cinesi. Entrambe hanno interessi che valicano i confini del pubblico consumer, ad esempio smartphone e tablet, concentrando gran parte degli sforzi nel settore pubblico e privato delle installazioni di rete.

La Reuters riferisce che un divieto di questo tipo potrebbe essere imminente e sarebbe emanato sulla base della norma circa l’emergenza nazionale, ai sensi della legge americana che permette al Presidente di assumere tutti i poteri in merito alle decisioni economiche. Nel caso di una simile evenienza, è probabile che anche le attrezzature esistenti vengano eliminate, con gli operatori su piccola scala nelle zone rurali che sarebbero i più colpiti, non potendo dar seguito nell’immediato alla mancanza di antenne e network di connessione.

Questa non è la prima volta che negli States viene discussa una tale mossa. Già lo scorso maggio, come preambolo della guerra commerciale in corso tra i due paesi, Donadl Trump si era eretto a protettore della sicurezza interna, affermando che le multinazionali dell’Oriente sono un pericolo per l’incolumità a stelle e strisce.

Hua Chunying, portavoce del Ministero degli Esteri cinese è intervenuto come risposta alle voci sollevate dalla Reuters, affermando che: “Alcuni paesi hanno messo in piedi storie, senza alcuna prova e facendo uso di prerogative quali la sicurezza nazionale, per politicizzare e persino ostacolare le normali attività di scambio commerciale. Questo finisce col chiudere, piuttosto che aprire, i varchi tra le nazioni, per il progresso e l’equità”.

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