Gli USA vogliono portare Huawei in tribunale

Huawei nega lo spionaggio ai danni degli americani ma gli USA cercano di portare davanti ad un giudice le prove di furto di segreti commerciali.
Huawei nega lo spionaggio ai danni degli americani ma gli USA cercano di portare davanti ad un giudice le prove di furto di segreti commerciali.

Proprio nella settimana in cui ha negato di mettere in pratica attività di monitoraggio ai danni dei cittadini americani, Huawei viene nuovamente accusata dal governo degli Stati Uniti. Questa volta il focus è su un presunto furto di segreti commerciali, che il gigante di Shenzen avrebbe spedito direttamente a Pechino.

L’accusa è che Huawei avrebbe sfruttato i suoi collegamenti con partner commerciali sul suolo USA per entrare nei loro sistemi informatici e sottratte le proprietà intellettuali conservate. A dare la notizia è un rapporto del Wall Street Journal, che suggerisce che alcune aziende, tra cui l’operatore T-Mobile, si sono fatte avanti per fornire prove risalenti addirittura al 2014, nelle quali sarebbero contenute anche delle pressioni fatte da Huawei per porre fine al progetto di T-Mobile di realizzare un robot che, in automatico, avrebbe testato qualità, funzioni e altri particolari, degli smartphone in catalogo. Qualcosa da nascondere? Non è detto ma è tutto molto probabile.

La vicenda odierna è solo l’ultima di un caso molto più ampio che si trascina oramai da tempo. Negli ultimi mesi, Washington ci è andata giù pesante, partendo dalla decisione di rimuovere Huawei dalle infrastrutture 5G per timore di legami con il governo cinese, fino all’arresto della CFO, poi rilasciata su cauzione ma in attesa di giudizio più in avanti nel corso del 2019. Proprio la settimana scorsa, il direttore delle vendite in Polonia è stato arrestato e rimosso dall’ufficio locale, dopo che una serie di fughe di notizie avevano acceso la luce su varie operazioni di spionaggio condotte dall’uomo all’insaputa della compagnia stessa, seppur non correlate direttamente con il suo lavoro.

Nel frattempo, Meng Wanzhou, direttore finanziario della società e figlia del capo della Huawei, Ren Wanzhou, rimane in carcere negli Stati Uniti, in attesa del processo per eventuale violazione delle sanzioni contro l’Iraq. In un raro incontro con la stampa, il signor Ren ha chiarito che Huawei non ha alcun legame con il monitoraggio al servizio di Pechino, nonostante obbedisca a tutte le leggi nazionali. Andnado più nello specifico dell’offerta commerciale, le famiglie P20 e Mate 20 hanno portato a casa successi evidenti e ora i fari sono puntati sul debutto del P30, previsto in primavera.

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