Google, vicino il riconoscimento facciale in-app

Sembra che Google possa presto aggiungere il riconoscimento facciale in-app per molti dei suoi servizi, un'ulteriore protezione alla privacy degli utenti.
Sembra che Google possa presto aggiungere il riconoscimento facciale in-app per molti dei suoi servizi, un'ulteriore protezione alla privacy degli utenti.

Le funzionalità di sicurezza di uno smartphone, come password, impronte digitali, riconoscimento del volto, scansione dell’iride e così via, sono progettate per fungere da primo livello di sicurezza. In generale impedisce a terzi di accedere al dispositivo mobile dell’utente senza autorizzazione. Tuttavia, quando il telefono viene sbloccato, è più o meno un libro aperto e questo Google lo sa bene.

Stando a un recente APK teardown della versione beta dell’app Google per Android, sembra che BigG stia cercando di aggiungere un ulteriore livello di protezione della privacy ad alcuni dei suoi servizi, come l’Assistente Google: pare infatti si potrà presto abbinare il riconoscimento facciale al suo utilizzo. Presumibilmente, ciò che farà l’assistente digitale è cercare di abbinare il volto dell’utente al suo profilo. In questo modo, ogni volta che l’utente utilizzerà l’Assistente Google potrà contare su un’esperienza personalizzata, e ovviamente impedire ad altre persone di sfruttare la feature senza permesso.

Tale funzionalità è stata individuata nell’agosto scorso, ma il suo stadio nell’ultima versione beta dell’app suggerisce che potrebbe non volerci così tanto per vederla disponibile. A dirla tutta, quella del riconoscimento facciale non è una sorpresa a tutti gli effetti, ci sono stati segnali che hanno mostrato quanto Google fosse interessata alla feature; inoltre, dato che l’Assistente Google si basa su profili vocali, il riconoscimento del volto sembra un’estensione quasi naturale.

Nel frattempo, il colosso della ricerca è stato fortemente criticato da alcuni dipendenti perché sembrerebbe aver tentato di ostacolarli nell’organizzazione dello sciopero di novembre scorso (in occasione dello scandalo delle molestie sessuali). La società si è in qualche modo difesa dalle accuse, ma sono in molti a non vederci chiaro.

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