Streaming pirata, tecnologie sempre più avanzate

Anche se i torrent rimangono la fonte principale per i contenuti pirata, negli ultimi anni sono proliferati siti di streaming che sfruttano CDN dedicate.
Streaming pirata, tecnologie sempre più avanzate
Anche se i torrent rimangono la fonte principale per i contenuti pirata, negli ultimi anni sono proliferati siti di streaming che sfruttano CDN dedicate.

I torrent sono ancora il mezzo più utilizzato per scaricare materiale pirata, ma i “professionisti” del settore hanno implementato nuove tecnologie che semplificano l’accesso da parte degli utenti attraverso un’infrastruttura simile a quelle dei servizi di streaming. In Russia, ad esempio, sono aumentate le CDN (Content Delivery Networks) che vengono sfruttate da siti con interfacce simili a quella di Netflix.

Secondo un’azienda di cyber security (Group-IB), circa l’80% dei film pirata e il 90% delle serie TV in Russia sono disponibili in streaming. Simili percentuali sono dovuti alla semplicità di fruizione dei contenuti. È sufficiente una ricerca e un clic sul sito per avviare la riproduzione. L’uso dei torrent richiede maggiori competenze da parte degli utenti. I contenuti vengono forniti a migliaia di siti mediante CDN. Group-IB ha identificato 15 provider, uno dei quali offre oltre 300.000 file per oltre 5 petabyte di spazio occupato.

Per gestire una simile rete di distribuzione pirata occorrono circa 100.000 dollari al mese. La spesa viene però recuperata attraverso un modello CPM (Cost Per Mille). Il player multimediale integrato nel sito mostra banner pubblicitari di casino online e scommesse clandestine. Gli operatori della CDN ricevono quindi denaro in base al numero di impression. Una di esse, denominata Moonwalk e operativa dal 2013, offre oltre 33.000 film e serie TV, ottenendo in cambio 0,60 dollari per ogni 1.000 visualizzazioni.

Queste CDN sono anche difficili da bloccare, in quanto i server sono dislocati in vari paesi. Se le autorità riescono a bloccare un dominio bastano pochi giorni per spostare tutto sotto un altro dominio. Il risultato finale è un incremento dei siti di piccole dimensioni, ma i profitti dei provider pirata rimangono invariati.

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