Facebook chiude LOL, tutti su Messenger Kids

Facebook è ancora a caccia di giovani ma chiude LOL ancora prima di partire, nel frattempo raddoppia la squadra su Messenger Kids.
Facebook è ancora a caccia di giovani ma chiude LOL ancora prima di partire, nel frattempo raddoppia la squadra su Messenger Kids.

Facebook ha già chiuso con il suo “meme project” LOL, come viene chiamato l’hub dedicato ai più giovani. A gennaio è stato riportato che il social network era al lavoro su un hub dedicato completamente a video, GIF e meme chiamato appunto LOL, con l’obiettivo di attrarre i giovanissimi utenti che in massa stanno abbandonando la piattaforma. A quanto pare l’esperimento è stato abortito prima della pubblicazione, non ha funzionato neanche in fase di test.

L’esperimento di questo feed speciale, che in teoria doveva trovare posto proprio in Facebook, è stato portato avanti con un piccolo gruppo di utenti, ma è durato davvero poco, come ha riportato Recode. Su LOL erano al lavoro 100 persone, concentrare a sperimentare nuove funzionalità per un pubblico giovane, che dopo la chiusura sono state assegnate al nuovo progetto di un’app per bambini sotto i 13 anni, Messenger Kids.

Il team dedicato ai giovani è stato ristrutturato per soddisfare le principali priorità di business, compreso l’aumento dei nostri investimenti in Messenger Kids“, ha detto un portavoce di Facebook a Mashable. Pare che alcune persone che hanno visionato LOL lo hanno definito “imbarazzante”, in quello che viene visto come uno strano modo del social network di attrarre i ragazzi. Alcuni dei meme presentati nel feed erano infatti vecchi di settimane.

LOL è stato solo uno degli innumerevoli tentativi di Facebook di costruire funzionalità espressamente dedicate ai giovani. Anche questa volta è stato un buco nell’acqua, ormai Facebook è percepito come il social media “dei vecchi” da quelli che ormai spendono più tempo su piattaforme quali Instagram, YouTube, Snapchat e ultimamente TikTok.

Inoltre la scorsa settimana Facebook è stata al centro dell’ennesima polemica per l’app Research, che paga gli utenti 20 dollari al mese per avere completo accesso ai propri dati.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti