Lumi, il pannolino di Pampers che monitora i bimbi

Grazie a Pampers e una società sussidiaria di Google, nasce Lumi: il pannolino intelligente che aiuta i genitori a monitorare il proprio bebè!
Grazie a Pampers e una società sussidiaria di Google, nasce Lumi: il pannolino intelligente che aiuta i genitori a monitorare il proprio bebè!

Pampers ha collaborato con Google, o meglio, con la sua sussidiaria Verily Life Sciences, per realizzare un pannolino intelligente che monitori i bambini mentre dormono e mangiano. Si chiama Lumi e viene fornito con due pacchi di pannolini, due sensori removibili e quindi riutilizzabili e un monitor che si collega alla rete Wi-Fi.

La funzione dei sensori è quella di rilevare l’umidità nel pannolino, prova calzante della presenza di feci o urine: in tal caso, avvertono immediatamente il dispositivo mobile del genitore tramite una notifica per l’app Lumi by Pampers. Grazie all’applicazione, i genitori hanno anche la possibilità di tenere traccia del tempo che il bambino dorme, quanto spesso viene nutrito e possono monitorare la temperatura della camera da letto.

Entrambe le società garantiscono che i dati personali saranno inviati esclusivamente ai genitori, proteggendo di fatto la privacy degli utenti e dei loro figli. Sono i dati aggregati, quelli che includono informazioni diverse dai dati personali, che saranno invece condivisi con Pampers e Verily Life Sciences. Al momento, Lumi non è ancora in commercio e non è stato neanche annunciato il suo prezzo: tuttavia gli attivisti per la tutela della privacy hanno sollevato preoccupazioni al riguardo, specie sulla crescente quantità di informazioni che i dispositivi mobile acquisiscono dalle nostre vite quotidiane.

Lumi, a ogni modo, sarà disponibile entro la fine dell’anno negli Stati Uniti (per adesso non si sa nulla riguardo a un’eventuale distribuzione europea). A proposito di Google, il colosso della ricerca si prepara intanto a essere investito da una nuova maximulta, a causa della violazione della privacy dei bambini attraverso la piattaforma video YouTube. Al momento, la società non ha ancora commentato la questione e non è chiaro se avrà intenzione di fare ricorso.

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