23andMe: la difesa di Anne Wojcicki

Anne Woicicki, ex-moglie di Sergej Brin e co-fondatrice di 23andMe, difende il proprio gruppo dagli attacchi della Food and Drug Commission.
Anne Woicicki, ex-moglie di Sergej Brin e co-fondatrice di 23andMe, difende il proprio gruppo dagli attacchi della Food and Drug Commission.

Anne Wojicicki ha scritto ai clienti di 23andMe: la ex-moglie di Sergey Brin, nonché co-fondatrice del gruppo, si è trovata spiazzata di fronte alla sfida lanciata dalla Food and Drug Commission e per alcune ore dalla 23andMe non sono giunte prese di posizione ufficiali sulla materia. A tutt’oggi di reali prese di posizione non ve ne sono, ma trapela almeno un avviso ed un manifesto di fiducia: la situazione si risolverà presto e le attività della 23andMe potranno riprendere.

Nei giorni scorsi, infatti, al gruppo è stato intimato lo stop delle vendite dei kit di raccolta della saliva per l’analisi del DNA poiché una apposita commissione ha deciso di porre fine ad una diatriba lunga ormai dal 2009: la 23andMe non ha saputo incontrare gli standard previsti per una attività clinica quale quella promessa agli utenti, dunque non può trarre conclusioni scientifiche del calibro di quelle vendute al pubblico. Le conclusioni a cui il servizio giunge, insomma, non avrebbero la necessaria attendibilità e, alla luce della forte delicatezza del tema, la sospensione è una cautela necessaria (la Food and Drug Commission ha sottolineato in particolare la pericolosità estrema di eventuali falsi positivi o falsi negativi).

Nella propria lettera ai clienti, Anne Wojcicki ha spiegato che la 23andMe pone assoluta attenzione alla qualità dei risultati pubblicati, ma comprende le preoccupazioni della FDA, a cui garantisce piena collaborazione. La 23andMe si scusa inoltre per l’impossibilità di offrire risposta a tutte le richieste in arrivo dagli utenti preoccupati per il destino dei propri DNA campionati: si promettono nuovi aggiornamenti non appena saranno disponibili.

Anne Woicicki ringrazia l’utenza per la fiducia riposta in 23andMe e chiude la lettera senza offrire però alcuna spiegazione per quanto accaduto: non si spiega perché le certificazioni richieste non siano mai giunte e non si spiega nel merito la preoccupazione della FDA. Semmai, il gruppo spiega di agire in un ramo nuovo, quale quello dei test genetici “direct-to-consumer”: una terra di nessuno nel quale anche gli enti regolatori faticano a muoversi con agilità. Il team 23andMe legge la situazione più come uno scollamento tra regolamenti e realtà che non come una non adesione ai regolamenti stessi, ai quali si chiede infatti un passo avanti per meglio adattare le normative a quel che i nuovi servizi propongono.

La FDA non sembra d’accordo e il pubblico è preoccupato: a fare un passo avanti dovrà essere ora la 23andMe, pena la caduta dal piedistallo su cui sedeva ai tempi del lancio, quando Anne Woicicki era ancora moglie del fondatore di Google e fior di VIP si facevano fotografare con il loro campione di saliva in mano.

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