25 Maggio: proteste contro il DL Urbani

Il decreto Urbani continua la sua strada verso l'applicazione della nuova norma, e nel frattempo la Rete si ribella: tra connessioni spente, siti oscurati e attacchi, i navigatori italiani si fanno sentire. Cresce il fronte avverso al decreto anti-P2P.
Il decreto Urbani continua la sua strada verso l'applicazione della nuova norma, e nel frattempo la Rete si ribella: tra connessioni spente, siti oscurati e attacchi, i navigatori italiani si fanno sentire. Cresce il fronte avverso al decreto anti-P2P.

Siti oscurati, sciopero del modem, un probabile Denial Of Service che ha colpito siti governativi e siti istituzionali e che è tuttora in corso. Volantini di rivendicazione, siti, banner e messagi che viaggiano da un forum all’altro. Oggi va in scena la protesta degli utenti Internet contro il Decreto Urbani, passato alla camera lo scorso 18 maggio e in attesa di una annunciata modifica.

Il giorno della protesta del popolo del “peer to peer” è oggi 25 Maggio. La data in cui la Rete avrebbe potuto far sentire la propria voce contro il provvedimento che, portato avanti dal ministro Urbani, ha posto pene severe sugli utenti: sequestro del materiale informatico, sanzioni pecuniarie, serie minacce di carattere penale.

La protesta durerà l’intera gironata di oggi. 24 ore ininterrotte nelle quali la protesta silenziosa del web italiano si sviluppa secondo due direttrici: il silenzio dei modem con le connessioni ADSL disattivate per tutto il giorno; e il silenzio dei siti Internet che i protestanti oscureranno per tutta la durata della protesta per mezzo di homepage richiamanti i principi del dissenso.

Assieme al silenzio, però, è venuto il rumore. Da ieri alcuni siti governativi e istituzionali, tra cui Governo.it, Parlamento.it, Senato.it, Camera.it, Siae.it, Beniculturali.it, Gazzettaufficiale.it, sono irraggiungibili, forse a causa di un’azione di protesta telematica contro il decreto Urbani rivendicata da un volantino digitale, ora non più presente online, che inneggiava ad una ribellione «contro l’oppressione del governo oppressore».

L’ufficio informatico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, pur a conoscenza del problema, ha ricondotto gli effetti a problemi tecnici con il provider di connettività.

Molti siti attivi nella protesta prendono le distanze da quest ultime azioni. Alto, dicono, il rischio di una strumentalizzazione da parte delle istituzioni nei confronti di questi comportamenti, il tutto a danno della comunità intera dei protestanti.

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