AGCOM: Calabrò fotografa dell'Italia delle Tlc

A poco più di due mesi dall'insediamento a capo dell'AGCOM (Authority garante del settore), Corrado Calabrò imprime subito una forte impronta al proprio mandato ammonendo Telecom Italia, guardando alla banda larga e promettendo il VoIP
A poco più di due mesi dall'insediamento a capo dell'AGCOM (Authority garante del settore), Corrado Calabrò imprime subito una forte impronta al proprio mandato ammonendo Telecom Italia, guardando alla banda larga e promettendo il VoIP

Insediatosi dal 16 Maggio alla presidenza dell’Authority per le telecomunicazioni, Corrado Calabrò imprime subito una forte impronta al proprio impegno nel nuovo ruolo. Varie testate hanno fin da subito dato ampio risalto a quella che è stata la presentazione di Calabrò dell’attività svolta nell’ultimo anno dall’AGCOM, ma ben più radicali risultano gli interventi riportati nel documento (pubblico) in cui si analizzano in profondità le varie problematiche (tv, telefonia, Internet).

Nella presentazione Calabrò affronta ampiamente il tema banda larga, sempre più al centro dell’attenzione. I numeri parlano di una forte espansione del settore, i numeri parlano di una situazione di insostenibile digital divide da reprimere, ma i numeri parlano anche di un regime dei prezzi ancor troppo elevato. Quello che la presentazione non riporta se non in modo assolutamente fugace (ma il tutto è ben evidente nell’approfondimento successivo), è che l’Authority riconosce nella posizione dominante di Telecom Italia una delle principali cause di un mercato congelato in cui la concorrenza è una risorsa quantomai scarsa.

Queste alcune delle conclusioni dell’Authority nel lungo documento disponibile sul sito AGCOM:

  • «l’applicazione dei criteri di valutazione del livello di concorrenzialità ha condotto l’Autorità ad identificare Telecom Italia quale unico operatore detentore di significativo potere di mercato nei mercati al dettaglio»;
  • «La posizione di forza di Telecom Italia nei suddetti mercati rilevanti è avvalorata dalla presenza di barriere all’ingresso e all’uscita. […] Oltre agli investimenti in infrastrutture di telecomunicazione, gli operatori nuovi entranti devono sostenere anche elevati costi in attività commerciali e di marketing per la creazione di una base di clienti sufficientemente ampia; anche questi costi non sono facilmente recuperabili nell’ipotesi di uscita dal mercato»;
  • «[…] si possono generare situazioni di comportamenti anticoncorrenziali per la riduzione della forbice tra il prezzo al dettaglio e quello all’ingrosso con la conseguente diminuzione dei margini dei concorrenti, fino ad indurli ad uscire dal mercato. Nei mercati del traffico al dettaglio, il livello di integrazione verticale con i mercati del traffico all’ingrosso può rappresentare un significativo vantaggio competitivo per Telecom Italia, contribuendo a limitare in maniera significativa il grado di concorrenza».

La coincidenza di tempi è interessante: il documento AGCOM è datato 30 Giugno; il 1 Luglio Telecom dovrebbe lanciare la flat ADSL a 20€ mensili, ma è rinviata dalla stessa AGCOM al 17/07 per necessarie verifiche preventive); 11 Luglio, Telecom introduce la flat dial-up aziendale a 10€ mensili; 15 Luglio, Telecom introduce la flat dial-up residenziale a 12€ mensili. Tra l’insediamento di Calabrò, la pubblicazione dell’analisi dell’attività AGCOM e la presentazione della stessa il quadro è cambiato più radicalmente di quanto non si fosse smosso in tutto l’ultimo biennio.

Il documento contiene inoltre importanti proposte di intervento e grande risalto viene riservato al settore VoIP, nel quale l’Italia intende essere all’avanguardia con un regolamento appositamente predisposto. Ma il regolamento del settore VoIP si svuota di significato se prima la banda larga non estenderà ulteriormente in qualità e quantità la crescita già registrata negli ultimi mesi. Ed è di qui che l’Authority intende partire.

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