Amazon a caccia dei suoi pirati

Solo un giorno è durata l'avventura di Pirates of the Amazon, discussa estensione di Firefox per collegare le pagine di Amazon alle corrispondenti pagine di The Pirate Bay. Un tool di pirateria secondo alcuni. Un esperimento culturale secondo gli autori
Solo un giorno è durata l'avventura di Pirates of the Amazon, discussa estensione di Firefox per collegare le pagine di Amazon alle corrispondenti pagine di The Pirate Bay. Un tool di pirateria secondo alcuni. Un esperimento culturale secondo gli autori

Un esperimento scolastico. Così è nato Pirates of the Amazon, un’estensione per Firefox in grado di aggiungere nelle pagine di Amazon un pulsante “Download 4 Free” per collegare il prodotto disponibile nel famoso store americano alla relativa pagina di The Pirate Bay da cui prelevare il file .torrent per scaricarlo illegalmente. L’estensione è stata rimossa dal sito principale, e pur essendo scaricabile da altri mirror non ufficiali ha smesso di funzionare.

Il discusso tool ha avuto vita molto breve: dopo un solo giorno di vita, Amazon si è mossa tramite i suoi avvocati per far rimuovere il file incriminato dal sito web che lo ospitava, inviando una richiesta ufficiale all’internet provider che ospita il sito, che a sua volta lo ha girato ai titolari dello stesso. Gli autori dell’estensione, due studenti dello Piet Zwart Institute di Rotterdam, hanno accettato l’imposizione pur continuando a perorare la causa della propria innocenza. Sul sito dei due è infatti chiarito che il progetto sotto accusa «Pirates of the Amazon era una parodia artistica, […] un esperimento pratico sul design dell’interfaccia, l’accesso alle informazioni e le questioni attualmente discusse nella cultura dei media».

Un esperimento che grazie al clamore suscitato si può considerare perfettamente riuscito ma che insieme alla missiva di Amazon ha portato ai due studenti una buona dose di paura. A fornire loro sostegno è arrivato il professor Florian Cramer, titolare del corso durante il quale l’estensione è stata sviluppata, che in un messaggio sulla mailing list nettime.org si è detto particolarmente sorpreso dell’accoglienza che l’estensione ha ricevuto dalla comunità internet che nella maggior parte dei casi «non è riuscita a vedere la natura altamente parodistica e artistica di “Pirates of the Amazon”». Nello stesso messaggio il professore esprime i suoi timori sulla possibilità di censura preventiva di quei lavori che affrontano sfide e temi controversi.

Secondo quanto osservato da Brad Stone sul New York Times, quella della parodia potrebbe essere una buona carta da giocare e se venisse accettata come ragione d’essere dell’estensione i due studenti godrebbero secondo la legge statunitense di un certo grado di protezione. Queste sono ovviamente solo ipotesi: dopo la forte dose di riflettori ai due studenti olandesi non resta che aspettare di vedere quali saranno le prossime mosse di Amazon.

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