Antitrust: dall'UE minacce alla Microsoft

Le azioni intraprese da Microsoft per evitare la maxi-multa da 497 milioni di euro inflitta dalla Commissione antitrust dell'UE sono giudicate insufficienti: o Microsoft intraprende una seria trattativa o potrebbe scattare una serie di multe sul fatturato
Le azioni intraprese da Microsoft per evitare la maxi-multa da 497 milioni di euro inflitta dalla Commissione antitrust dell'UE sono giudicate insufficienti: o Microsoft intraprende una seria trattativa o potrebbe scattare una serie di multe sul fatturato

Dall’UE arriva un monito a Microsoft che ha il sapore della sfida: gli interventi previsti dal gruppo di Redmond per evitare la maxi-multa inflitta dalla commissione antitrust non sono sufficienti, dunque o giunge un intervento sollecito, o presto potrebbe scattare la richiesta della maxi-elargizione di 497 milioni di euro.

«Sulla base dei risultati di un esame effettuato sul mercato ci sono seri dubbi che Microsoft stia mettendo in opera la prevista compatibilità»: così si è espresso in proposito Johnatan Todd, portavoce della Commissione Europea, il quale ha poi rincarato: «il processo va avanti, ma se alla fine la Commissione dovesse ritenere che Microsoft non sta applicando i rimedi, o negoziando seriamente, potrebbe adottare la decisione di infliggere multe quotidiane».

Ai «forti dubbi» espressi dalla Commissione giunge solerte la replica Microsoft: «Microsoft resta completamente impegnata ad applicare la decisione presa dalla Commissione […] Abbiamo presentato per la prima volta la nostra proposta alla Commissione nel maggio dell’anno scorso, quindi informazioni dettagliate complementari in autunno e noi attendevamo una risposta. Oggi finalmente l’abbiamo ricevuta». Microsoft promette inoltre di agire appena avrà la possibilità di prendere visione dei risultati delle ricerche portate avanti dalla Commissione.

La Commissione sta ancora vagliando i dati raccolti durante il sondaggio di valutazione degli interventi Microsoft. I maggiori dubbi riflettono l’effettiva apertura alla concorrenza dei protocolli del gruppo di Redmond, i prezzi delle licenze ed il comportamento nei confronti del polo open source. In questo contesto le dichiarazioni stampa delle parti in causa sembrano configurarsi come semplici stilettate inserite nel quadro della fervente trattativa in corso.

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