Antitrust indaga su Vodafone, TIM, Wind e H3G

L'Antitrust ha avviato quattro procedimenti contro TIM, Vodafone, Wind e H3G per l'attivazione di servizi Premium a pagamento non richiesti
L'Antitrust ha avviato quattro procedimenti contro TIM, Vodafone, Wind e H3G per l'attivazione di servizi Premium a pagamento non richiesti

L’Antitrust ha aperto quattro procedimenti nei confronti di Vodafone, Wind-Tre, TIM e H3G per la fornitura agli utenti della telefonia mobile di servizi a pagamento (i cosiddetti servizi premium) non richiesti o richiesti inconsapevolmente, con l’addebito dei relativi importi sul credito dei consumatori. Nei precedenti provvedimenti, le quattro società erano state sanzionate per aver adottato la pratica commerciale attraverso “omissioni informative ingannevoli e condotte aggressive”.

Nonostante le sanzioni, diversi consumatori hanno continuato a segnalare la reiterazione della pratica commerciale oggetto dei provvedimenti. Al termine delle istruttorie che dovranno concludersi entro 120 giorni dalla data di comunicazione, l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato deciderà sull’eventuale irrogazione di sanzioni pecuniarie, a norma dell’articolo 27, comma 12, del Codice del Consumo. L’Antitrust, dunque, mette nuovamente sotto la lente d’ingrandimento i comportamenti dei quattro principali gestori di telefonia italiani per verificare se davvero hanno continuato a fornire servizi premium non richiesti ai loro clienti nonostante le scorse delibere e multe.

Si ricorda, che nel precedente provvedimento, l’Antitrust multò di 1.750.000 euro Telecom Italia (TIM) e H3G e di 800.000 euro Wind e Vodafone. Sanzioni molto pesanti giustificate dal fatto che l’Antitrust aveva rilevato, da parte degli operatori coinvolti, una pratica commerciale scorretta riconducibile a due precise condotte: in primo luogo l’omissione di informazioni circa il fatto che il contratto di telefonia mobile sottoscritto pre-abilita la SIM alla ricezione dei servizi a sovrapprezzo, ed in secondo luogo un atteggiamento “aggressivo” da parte dell’operatore che consisteva nella procedura automatica di attivazione del servizio e di fatturazione in assenza di qualsiasi autorizzazione da parte del cliente al pagamento.

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