Apple: Craig Federighi contro le backdoor di Stato

Craig Federighi rinnova l'opposizione di Apple alla possibile introduzione di backdoor di Stato, pensate per garantire accesso ai device alle autorità.
Apple: Craig Federighi contro le backdoor di Stato
Craig Federighi rinnova l'opposizione di Apple alla possibile introduzione di backdoor di Stato, pensate per garantire accesso ai device alle autorità.

Apple torna sui temi della privacy e della sicurezza, due ambiti che hanno visto la società di Cupertino in prima linea nel corso degli ultimi anni. In particolare nel caso che ha visto contrapposto il gruppo all’FBI, per lo sblocco di uno degli iPhone impiegati dagli attentatori di San Bernardino. Questo evento ha aperto un dibattito molto complesso sulla possibilità, al momento non ancora prevista dal punto di vista legale, di inserire delle “backdoor di Stato” all’interno dei device elettronici, affinché le autorità possano accedervi facilmente in fase di indagine. In un intervento riportato dal The New York Times, Craig Federighi rinnova la propria opposizione a una simile proposta.

Così come già ampiamente noto, con iOS 8 il gruppo di Cupertino ha inserito delle protezioni di sicurezza molto elevate per gli utenti, tanto che la stessa società non ha accesso ai file e alle comunicazioni presenti sui dispositivi, né può accedervi in presenza di un mandato legale. Una scelta di crittografia end-to-end che ha portato l’FBI, e altre istituzioni a stelle e strisce, a contestare a lungo Apple. Ora si farebbe sempre più insistente la proposta di una backdoor legale, una porta per garantire l’accesso alle autorità in modo semplice in caso di reati e altri misfatti. Secondo Federighi, una simile proposta “non ha alcun senso”, poiché introdurre una backdoor porterebbe a indebolire la sicurezza di tutti i device e di tutti gli utenti, lasciando un accesso che potrebbe non solo essere usato lecitamente dalle forze dell’ordine, ma anche e soprattutto illecitamente da malintenzionati.

Indebolire la sicurezza non ha alcun senso, se si considera come i clienti si affidino ai nostri prodotti per mantenere le loro informazioni protette, gestire i loro business o anche infrastrutture vitali come le reti elettriche e il trasporto pubblico.

Già in passato Tim Cook si era opposto a simili proposte, definendo la backdoor di Stato come un vero e proprio “equivalente software del cancro”. Al momento, di conseguenza, non si vedono aperture su questo tema dalle parti di Apple Park.

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