Il The New York Times ha pubblicato un interessante articolo ove cerca di analizzare la situazione del mercato legato al mondo Mac e nel contempo capire cosa Apple abbia fatto (o più che altro cosa non abbia fatto) per invogliare le persone a passare all’altra metà del mondo informatico in un momento il cui Windows Vista presenta ancora molte problematiche. Tutto ciò assume inoltre significato particolare nelle ore in cui Microsoft è ufficialmente punita per il suo abuso di posizione dominante, con Neelie Kroes dura nel chiedere una diminuzione di quell’occupazione monopolistica del mercato che attribuisce a Redmond il 95% dei sistemi operativi installati in tutto il mondo.
Chi è sempre stato fedele al mondo dei Pc equipaggianti con Windows e si ritrova nella situazione di dover cambiare computer, ha fondamentalmente due scelte: acquistare un computer dotato di Windows Vista e accettare la «marea di problematiche» ad esso associate oppure entrare in possesso di un Pc ancora dotato dell’oramai “obsoleto” Windows XP. Una situazione di dubbio dalla quale potrebbe trarne vantaggio Apple, offrendo ai futuri acquirenti la possibilità di dare un morso alla sua mela. Eppure acquistare un Mac non è una operazione così semplice ed immediata come potrebbe sembrare: è possibile naturalmente optare per una acquisto online, ma il desiderio di poter toccare con mano l’oggetto del desiderio prima dell’acquisto è molto forte e il numero di rivenditori Apple è tuttora piuttosto limitato.
Secondo Roger L. Kay, presidente dell’Endpoint Technologies Associates, la percentuale del mercato legato al mondo Mac relativo a giugno 2007 si attesta attorno al 3%, ben poca cosa se paragonato al 14% del 1984, anno in cui è stato introdotto in Macintosh e leggermente superiore al 2% totalizzato nel 2004. Il valore attuale sarebbe strettamente legato al successo dell’iPod, ma secondo Kay potrebbe anche essere facilmente attribuito al fatto che Apple produca prodotti migliori e ad un prezzo più competitivo.
Secondo l’articolo, «il momento migliore per guadagnare quote di mercato è quando il competitore più importante introduce una nuova versione del suo prodotto principale».
Steven P. Jobs, co-fondatore di Apple e chief executive, ha dovuto attendere ben sette anni per vedere sugli scaffali il successore di XP; ora che il momento è arrivato, il prodotto si presenta in uno stato ancora acerbo (specialmente per quanto riguarda la compatibilità con molte periferiche già in possesso degli utenti). Sono in molti a non voler acquistare ancora un computer dotato di Vista, e alcune aziende, tra cui Dell, hanno dovuto reintrodurre XP in alcune loro macchine per venire incontro alle richieste del mercato; quale migliore occasione per presentare i sistemi Mac come alternativa?
I Mac sono delle macchine ormai mature: la migrazione ai processori Intel è stata completata e OS X Tiger si presenta come un sistema operativo elegante e ricco di funzioni. Le pubblicità basate sul motto “Sono un Mac/Sono un PC” hanno ben illustrato le gioie di possedere un Mac contro i dolori causati dai Pc ed ora i nuovi Mac-Intel permettono di eseguire agevolmente anche applicativi Windows.
Le dichiarazioni ufficiali di Apple sono ricche di entusiasmo e tutto sembra essere andato nel migliore dei modi: nel corso del primo trimestre del 2007 sono stati consegnati 1,52 milioni di Mac (+35%) mentre nel secondo trimestre ne sono stati consegnati 1,76 milioni, il 32% in più rispetto all’anno precedente. Prendendo però in esame il rapporto tra i sistemi basati su Windows e Mac OS X non si scorge alcun guadagno per Apple.
A Cupertino non sembrano quindi voler dare troppo peso al numero di punti vendita, anche se di molto inferiori rispetto a quanto proposto da rivenditori legati al mondo dei Pc: Hewlett-Packard, uno dei più grandi rivenditori Pc, avrebbe qualcosa come 23.000 punti vendita, contro i 185 Apple Store dichiarati. Apple ha stretto un accordo nel 2006 con Best Buy, ma i tempi non sono ancora maturi e solo una parte degli 872 negozi gestiti dalla catena informatica americana vendono attualmente i computer della mela. Apple avrebbe dovuto prendere provvedimenti con molto più anticipo, afferma Kay, poichè la situazione legata a Windows Vista è solamente temporanea. Vista è infatti paragonato ad un volano il quale «richiede molta energia per essere avviato, ma una volta in moto diventa virtualmente inarrestabile».