Apple a Samsung: sì alla pace, ma a una condizione

Apple è ben disposta ad accordarsi con Samsung per chiudere la causa USA sui brevetti, ma solo a un patto: esige che vi sia una clausola anti-clonazione.
Apple è ben disposta ad accordarsi con Samsung per chiudere la causa USA sui brevetti, ma solo a un patto: esige che vi sia una clausola anti-clonazione.

Gli amministratori delegati di Samsung e Apple si incontreranno entro il 19 febbraio per tentare di giungere a un accordo comune che metta fine alla causa statunitense sui brevetti, e Apple si dimostrerà più flessibile nei confronti dell’avversaria ma solo a un patto, che Samsung accetti una clausola anti-clonazione che le divieti di proporre in futuro dispositivi troppo simili ai prodotti con la mela morsicata.

È quando ha reso noto Florian Mueller, il noto esperto in proprietà intellettuali del settore IT, che attraverso un post spiega come non importi «quanto Samsung possa odiare il concetto di una disposizione anti-clonazione poiché è decisamente in contrasto con la strategia che le ha permesso di diventare la leader globale del mercato smartphone, […] ma questo è il presupposto per un accordo che potrà esser stretto solo se Samsung accetterà questa clausola». Apple chiese la stessa cosa a HTC (ottenendola) nell’accordo che le due parti fecero nel novembre del 2012.

La scorsa settimana BJ Watrous, dirigente Apple che si occupa delle proprietà intellettuali, in una dichiarazione giurata alla Corte Distrettuale del Northern District della California ha specificato che, se vorrà un accordo, Samsung dovrà smetterla di copiare Apple, inoltre la casa di Cupertino vorrà chiarire di non avere alcun interesse a concedere alla rivale una illimitata possibilità di usare le sue tecnologie mobile.

Apple vorrebbe mettere fine alla querelle statunitense contro Samsung e si è anche lamentata del fatto che, a suo parere, l’azienda sudcoreana sta operando in modo da mantenere la causa in una fase di stallo. Si legge infatti nella documentazione presentata dagli avvocati di Cupertino che «Samsung persiste nella sua strategia di rinviare» ogni possibile decisione della corte (presieduta dal giudice Lucy Koh): ad esempio ha anche presentato in tribunale documenti per oltre un migliaio di pagine (tra cui oltre 17 dichiarazioni) in risposta alla rinnovata documentazione di Apple, di sole 10 pagine. Quanto fatto dalla casa sudcoreana è, secondo Apple, un tentativo per far perdere ulteriore tempo alla corte, dato che le sue pagine contengono anche pareri di esperti non comunicati quando dovuto.

Firmando però la clausola anti-clonazione imposta da Apple, Samsung ammetterebbe indirettamente di aver copiato in passato e comunque non dovrebbe farlo più in futuro. Inoltre, alcuni vecchi smartphone Samsung potrebbero vedere un divieto di commercializzazione negli Stati Uniti, mercato oggetto della causa legale.

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