Brexit, saranno cancellati 300 mila domini .eu

La Brexit ha una conseguenza gravosa sui domini .eu: utenti e aziende del Regno Unito non potranno registrarli né rinnovarli, di fatto perdendoli.
La Brexit ha una conseguenza gravosa sui domini .eu: utenti e aziende del Regno Unito non potranno registrarli né rinnovarli, di fatto perdendoli.

29 marzo 2017: il Regno Unito comunica alla Commissione Europea la decisione passata alle cronache con l’appellativo di “Brexit“; 28 marzo 2018, appena un anno dopo, l’UE comunica al Regno Unito che è pronta a far scendere la scure sui domini .eu in mano a utenti o aziende che non hanno dislocazione sul territorio europeo. Nel giro di un anno circa, ossia quando la Brexit uscirà ufficialmente dall’UE (scadenza prevista oggi al 29 marzo 2019), ogni decisione sarà definitiva e rimane pertanto un anno per evitare ulteriori conseguenze sgradevoli per quanto sta per accadere.

La spiegazione è tutta in una comunicazione da breve diramata dalla Commissione Europea (pdf), secondo cui l’EURid ha il dovere di far rispettare gli accordi intrapresi per i quali la registrazione di un dominio .eu deve essere espressione di un’identità europea, e quindi deve essere legata ad una persona residente nel Vecchio Continente o una azienda avente baricentro entro i confini comunitari. Con la Brexit, invece, il Regno Unito è formalmente diventato “paese terzo”, perdendo dunque i requisiti per la registrazione di un dominio .eu.

Secondo alcune stime sarebbero circa 317 mila i domini .eu a rischio. I domini sono infatti destinati ad essere cancellati, pur se attraverso procedure che non porteranno ad uno strappo immediato. A partire da oggi, nessuna azienda e nessun utente potrà più registrare un dominio .eu dal Regno Unito, ed al tempo stesso chi già ne possiede non potrà più rinnovarli. Ciò significa che nel giro di un anno circa oltre 300 mila domini .eu sono destinati a sparire, tornando nella disponibilità di quanti vogliano registrarli, e questo perché la Brexit fa decadere il possesso dei criteri base per poter possedere un dominio europeo: stando queste le regole, ma cambiando il contesto di fondo, muta il risultato finale ed i domini vanno pertanto rimossi.

Il problema ha comunque anche un versante europeo: la cancellazione di un così alto numero di domini registrati implica la rinuncia ad una cospicua quota di denaro che fluiva fino ad oggi annualmente nelle casse dell’EURid. La Commissione Europea è però parsa irremovibile, imponendo proprio all’EURid l’onere di cancellare i domini che non assolvono più ai requisiti a mano a mano che scadono. La cancellazione non prevede peraltro alcun percorso giudiziario: l’EURid dovrà agire nel semplice rispetto delle regole e degli accordi tra UK ed autorità europee.

Non è certo una bella pagina per il Web, né per l’Unione Europea. Il possesso di domini ed identità europei sono però questioni di principio finite nei meccanismi della Brexit, laddove è in atto una trattativa serrata nella quale nessuna delle parti in causa può permettersi di mostrarsi compiacente. A pagarne il costo saranno gli utenti e le aziende che, avendo fissato la propria sede o residenza oltre la Manica, debbono ora fare i conti con la scelta del Regno di dividere definitivamente le proprie sorti dall’UE. Rimane tuttavia un’ancora di salvataggio per quelle aziende che rischiano di veder andato perduto il dominio che fa riferimento al proprio brand: sebbene se ne rischi la perdita, al tempo stesso sarà comunque possibile difenderlo da altrui registrazioni in virtù dei diritti acquisiti. Ciò potrebbe peraltro evitare pericolosi casi di truffa o phishing che potrebbero sorgere sulle ceneri di centinaia di migliaia di domini improvvisamente annullati da un capriccio della storia.

La questione dei domini non è tuttavia isolata, ma fa parte di un lungo corollario di effetti collaterali direttamente conseguenti alla Brexit prima ed alla definizione del Regno Unito come “paese terzo” poi. Tra le conseguenze figurano altresì l’impossibilità di annoverare il Regno Unito tra i paesi nei quali è possibile esportare i propri abbonamenti ed i propri streaming: se un utente Netflix italiano può ora vedere i propri film in qualunque paese europeo, non potrà invece farlo nel Regno Unito in virtù di quanto accaduto. Al di là degli accordi economici e politici tra le parti, saranno queste le conseguenze tangibili più immediate che faranno capire davvero a tutti cosa sia la Brexit in concreto.

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