Il Canada indaga Apple sul fronte dei carrier

Il Competition Bureau canadese avvia un'indagine su Apple, per verificare non esistano clausole anticoncorrenziali tra il gruppo californiano e i carrier.
Il Competition Bureau canadese avvia un'indagine su Apple, per verificare non esistano clausole anticoncorrenziali tra il gruppo californiano e i carrier.

Possibili nuovi problemi legali per Apple, questa volta in Canada. Un’accusa non è ancora stata formalizzata, ma pare che le autorità per la concorrenza stiano indagando per scoprire se i contratti stipulati con gli operatori non violino le leggi antitrust. Al momento, tuttavia, non è possibile fare previsioni sugli esiti di questa fase preliminare.

Stando a quanto riportato, il Competition Bureau sospetta che Apple abbia incluso delle clausole anticompetitive nei contratti con gli operatori mobili, così come ha specificato il portavoce dell’ufficio Greg Scott.

Non vi è prova di infrazione al momento da parte di Apple Canada, quindi nessuna domanda è stata depositata al Tribunale della Concorrenza o in altre corti per provvedere a una possibile condotta anticoncorrenziale. Se le evidenze indicheranno un’infrazione al Competition Act, verranno prese le appropriate misure.

A quanto pare, le autorità vogliono verificare che Apple non abbia stretto particolari accordi con il carrier per favorire iPhone rispetto ad altri smartphone sul mercato, ad esempio evitando delle tariffe voce e dati inferiori per i device della concorrenza. Si tratta, tuttavia, di controlli che ciclicamente vengono effettuati dagli organismi antitrust mondiali, anche per tutti gli altri produttori del settore. Si ricorderà infatti come lo scorso anno diversi operatori europei abbiano ricevuto un questionario dalla Commissione Europea, sempre per determinare l’assenza di pratiche giudicate non compatibili con le leggi sulla concorrenza.

Sempre lo scorso anno, un simile controllo è stato eseguito in Francia, quando il DGCCRF ha richiesto documentazioni ad Apple per verificare non vi fossero forzature nei volumi di vendita, nelle modalità di advertising e nelle commissioni concordate con gli operatori telefonici.

Al momento, non resta che rimanere in attesa del risultato delle indagini canadesi, anche se i tempi potrebbero risultare particolarmente lunghi. Così come sottolinea CNet, al momento la società di Cupertino non ha rilasciato un commento ufficiale sulle dichiarazioni del Bureau.

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