CENSIS: fotografia dell'Italia dei media

Il Censis ha pubblicato il 5° rapporto sulle comunicazioni in Italia. La televisione rimane il re dei medium, i cellulari si moltiplicano, la radio si evolve, la stampa tiene. Internet intanto cresce costantemente pur bloccata da precisi vincoli sociali
Il Censis ha pubblicato il 5° rapporto sulle comunicazioni in Italia. La televisione rimane il re dei medium, i cellulari si moltiplicano, la radio si evolve, la stampa tiene. Internet intanto cresce costantemente pur bloccata da precisi vincoli sociali

Arriva dal Censis la fotografia dello sviluppo mediatico in Italia. Tra i dati che spiccano vanno sottolineati l’incredibile esplosione della telefonia mobile e la sostanziale tenuta della stampa tradizionale. In ogni settore, però, Internet ha iniziato ad erodere importanti fette di mercato o ha avviato i primi passi della cosiddetta convergenza.

Il “5° rapporto sulle comunicazioni in Italia” (CENSIS/UCSI) recita: «in un contesto di generale flessione dei consumi, il numero delle persone che si accostano ai messaggi veicolati dai media aumenta. Questo significa che la comunicazione viene considerata un bene fondamentale, a cui non rinunciare anche in presenza di innegabili difficoltà economiche, ma sta anche a dimostrare che i nuovi media tendono ad affiancare e non a sostituire quelli già esistenti.».

Alcuni spunti dal report:

  • «I media a stampa tengono o flettono solo di poco, rimescolandosi nelle diete mediatiche degli italiani, ribadendo ancora la loro insostituibilità. Flettono i quotidiani di 1.8 milioni mantenendo tuttavia la barra poco sotto i consolidati 20 milioni di utenti abituali»;
  • 23.4 milioni di italiani leggono libri: in leggero calo i lettori abituali, ma in grande aumento i lettori occasionali;
  • Interessante il quadro dipinto per il medium televisivo: «fra i 49 milioni di italiani che usano la tv tradizionale ve ne sono già 8 milioni che guardano la tv satellitare, 3 milioni che guardano quella in digitale terrestre e persino 1 milione che già sperimenta quella via internet». Contrastati, però, i sentimenti del pubblico nei confronti di un mezzo visto con crescente negatività pur nel riconoscimento dell’insostituibilità nel ruolo;
  • Un preciso capitolo del rapporto è dedicato al web. 10 milioni di italiani usano infatti internet per informarsi prima di praticare acquisti ed a questi si sommano 3 milioni di italiani che effettuano gli acquisti direttamente online («il 45% perché “è economico e trovo i prezzi più convenienti”, il 29,3% perché “è comodo non devo muovermi”, il 19,5% perché “è veloce, faccio molto prima”»). Gli acquisti online sono aumentati del 5.5% ed è un segno quantomeno positivo il fatto che sia stata soprattutto la popolazione femminile (atavicamente estranea al nuovo mezzo) a spingere al rialzo tale statistica;
  • 7 giovani su 10 hanno il pc in casa e 1 su 2 lo usa per navigare in rete. Nelle case prive di pc il motivo è semplicemente un “non mi serve”, e per questo il Censis chiosa con una certa rassegnazione che «è difficile trarre da questi dati delle indicazioni univoche per una qualsiasi strategia volta all’aumento della diffusione delle tecnologie
    dell’informazione tra gli italiani»: «per avvicinare chi non sente il bisogno di usare questi strumenti, o addirittura si sente estraneo ad essi, bisogna creare macchine e impieghi gradevoli, altrimenti non si può certo sperare di abbattere il muro di indifferenza che divide in particolare donne, anziani e meno istruiti dagli strumenti della comunicazione digitale»;
  • Svago e informazione sono gli ambiti per cui il web è maggiormente usato. Non a caso la domanda risulta essere la stessa anche per la tv, denotando una caratteristica della popolazione che va al di là dell’influenza del singolo medium.

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