CIO: una figura in continua evoluzione

La figura del CIO (Chief information officer) è in continua evoluzione. Il manager, che prima si occupava della gestione dei sistemi informativi, ora cambia titolo. Il significato del suo acronimo assume il più blasonato significato di Chief Innovation Officer. Questa figura, nata nei paesi anglosassoni, ha un profilo innovativo e ben delineato: esperto di business e di mercato, stratega e IT manager. In Italia ha da poco preso piede ma già sono stati organizzati meeting per restare sempre aggiornati.

Quali competenze vengono ricercate maggiormente in queste figure? Certamente occorre una grandissima capacità di ottimizzazione delle risorse, elevate capacità comunicative e, incredibilmente, dopo un sondaggio effettuato nel CIO Conference 2007, solo il 35% delle imprese campioni, vedono nella figura professionale il ruolo istituzionale di gestore dei sistemi informativi.

Ma le loro competenze non si fermano qui. Essi devono conoscere il business dell’impresa nei mercati di riferimento e saper valorizzare le risorse umane. Tutto questo mantenendo un profilo “do more with less”. Con ridotti budget a loro disposizione si devono saper giostrare alle perfezione nella giungla del mercato. È per questo che può essere utile intrattenere strette relazioni con Università e poli di ricerca scientifici.

Molte multinazionali si sono affidate a queste figure professionali. Dalla DuPont, azienda chimica, che grazie a Thomas Connelly è riuscita a far segnare un incremento di due zeri in bilancio, alla Coca Cola che affida a Danny Strickland il compito di risolvere i problemi legati all’obesità.

Se pensate che questa vita non faccia per voi, che sia troppo stressante, potreste ricredervi vedendo una busta paga con uno stipendio a 5 zeri. Bonus esclusi, naturalmente!

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