Dall'India l'anti-OLPC

Ultimamente è molto seguita e discussa l’intera vicenda che riguarda questi fantomatici OLPC, vale a dire computer portatili dal prezzo estremamente contenuto che possono essere venduti ai paesi in via di sviluppo.

A quanto pare però quando Nicholas Negroponte, patron del progetto, è andato a bussare alle porte del governo indiano per strappare un contratto di vendita per i suoi prodotti, la proposta è stata rifiutata perché l’intero progetto è stato giudicato ancora profondamente immaturo e probabilmente anche troppo costoso.

Il prezzo del modello XO, il primo OLPC, è infatti recentemente salito da 100 a 175$ per colpa dell’impennata del prezzo del nickel e questo sembra non essere andato giù al governo indiano che tuttavia ha apprezzato l’idea di fondo.

Pare, infatti, che abbia dato il via ai lavori per produrre un modello equivalente in casa propria dal costo finale di soli 10$!

Attualmente non si sa molto di più, pare che il progetto sia ancora in una fase embrionale e che i costi del modello attualmente siano vicini ai 47$.

Il ministro dell’istruzione indiano sottolinea come si stiano compiendo degli sforzi per portare il prezzo finale verso la notevolmente bassa cifra di 10$ americani e auspica che la produzione di tale modello sia affidata a una azienda indiana. Secondo le loro previsioni se tutto va bene dovrebbero iniziare la commercializzazione fra un paio d’anni.

Attualmente il governo indiano sta spingendo molto sull’evangelizzazione tecnologia del suo popolo, programmando di fornire un accesso a internet a banda larga gratuita su tutto il suo (immenso) territorio entro il 2009. Di certo un iniziativa notevole…

C’è anche da dire che se questo anti-OLPC va in porto, l’India farebbe un enorme passo in avanti verso il settore chiave dell’economia mondiale, lasciando ai capitalisti americani il compito di speculare sui paesi in via di sviluppo…

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