eBook: prezzi di Apple non sleali?

Il modello di prezzi degli e-Book voluto da Apple potrebbe non essere ingiusto: Businessweek spiega perché.
Il modello di prezzi degli e-Book voluto da Apple potrebbe non essere ingiusto: Businessweek spiega perché.

Il modello di prezzi per gli eBook adottato da Apple potrebbe non essere sleale, nonostante l’accusa da parte dell’antitrust statunitense nei confronti di Cupertino e altri quattro editori di aver introdotto una strategia differente da quella adottata da Amazon per il suo panorama Kindle, con conseguente aumento dei prezzi per i consumatori. Businessweek si interroga però sulla questione: è davvero ingiusto il modello che vorrebbe imporre Apple? A conti fatti, probabilmente no.

Spiegando prima di tutto la questione, secondo le politiche della mela morsicata, l’editore fissa il prezzo finale e il rivenditore (Apple) riceve una commissione fissa su questo basata, con il diritto di applicare un costo più basso rispetto altri retailer online. Il modello concorrente funziona invece in maniera quasi opposta: l’editore fissa un prezzo al dettaglio suggerito, spesso impresso sulla copertina del libro che vende con uno sconto al rivenditore (Amazon), a sua volta libero di fissare un costo finale per il consumatore.

La principale critica al modello di Apple è insomma l’impossibilità da parte del rivenditore di poter fissare liberamente un prezzo per il cliente, cosa che porta di conseguenza a titoli più cari sfavorendo i consumatori.

Ma Businessweek non è d’accordo su questa interpretazione. Secondo il giornale economico online, Amazon ha avuto certamente una brillante idea a imporre prezzi particolarmente bassi per le nuove uscite, tutte offerte entro i 9,99 dollari, in modo da dare una spinta importante al mercato dei libri elettronici. Va aggiunto tuttavia che ciò avveniva praticamente in un regime di monopolio, mentre l’ingresso di Apple permette di minimizzare l’asimmetrico equilibrio di potere tra editori e rivenditori, rendendo il prezzo naturale riflesso di un mercato di libera concorrenza.

Non c’è inoltre alcun modo di pensare, aggiunge il giornalista Alexander Chernev, che il modello imposto da Cupertino porterà a prezzi più alti una volta che il mercato degli e-book giungerà a definitiva maturazione. A differenza del panorama tradizionale, non c’è il rischio di subire l’influenza di costi variabili associati alla stampa, all’inventario o alla distribuzione. Del resto, quello degli eBook è un mercato particolarmente “elastico”, nel senso che più i prezzi sono bassi, più i consumatori sono invogliati ad acquistare. E non sono cose che il differente modello voluto da Apple potrà effettivamente cambiare.

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