Fotografare sempre in manuale, più danni che vantaggi

Un bravo fotografo deve saper esporre in manuale, ma non deve per questo farlo sempre
Un bravo fotografo deve saper esporre in manuale, ma non deve per questo farlo sempre

Una delle più grandi bufale che sento dire da tanti fotografi è che “se vuoi essere un professionista devi fotografare sempre in manuale“. Ovvero scegliere manualmente tempo, diaframma e sensibilità ISO. Sicuramente indispensabile se fotografiamo con dei flash da studio in sala posa oppure sperimentiamo tecniche come il light painting.

Ma in tantissime altre situazioni l’esposimetro della nostra fotocamera se la cava molto ma molto bene. Anzi, se la cava anche meglio del migliore fotografo. La luce ambiente può variare in modo improvviso ed imprevedibile. L’esposimetro se ne rende subito conto e corregge di conseguenza i parametri di scatto.

Inoltre il fatto di affidare l’esposizione all’elettronica della fotocamera ci permette di concentrarci maggiormente sugli aspetti realmente creativi, come la composizione e la gestione del soggetto. Sarebbe assurdo perdere l’attimo proprio perché stiamo impostando tempi e diaframmi.

Molti fotografi poi dimenticano che esistono vie di mezzo negli automatismi. Mi serve tenere d’occhio il diaframma? Allora fotografo in priorità di diaframmi. Mi serve tenere d’occhio il tempo di otturazione? Allora fotografo in priorità di tempi.

Se voglio infine tenere d’occhio sia il diaframma che il tempo, allora posso lasciare comunque gli ISO in automatico. Quindi non ci sono scuse, gli automatismi ci sono, funzionano bene e non compromettono la nostra creatività. Chi sostiene il contrario vuole solo complicarsi la vita.

Infatti mi è capitato più di una volta di visionare scatti di fotografi anche affermati e di trovare gravi errori di esposizione manuale. Errori ovviamente facili da recuperare in postproduzione, ma che sarebbero disastrosi in situazioni dove le foto devono essere inviate in redazione pochi istanti dopo lo scatto, come nel caso del giornalismo.

Proprio parlando con il giornalista Fabrizio Villa ho avuto modo di avere la conferma di quanto sostengo, anche se con una doverosa eccezione. Ci sono fotografi che hanno iniziato a fotografare con corpi macchina privi di automatismi. Per questi fotografi l’esposizione manuale è diventata con gli anni un’operazione istintiva.

Quindi con l’arrivo degli automatismi, che vanno comunque un minimo studiati nel loro funzionamento, hanno preferito continuare a usare il metodo che conoscevano meglio, ovvero quello di esporre completamente in manuale. Ma anche Fabrizio Villa, pur essendo uno di quelli che hanno iniziato e continuano tutt’ora a fotografare in manuale, in alcune situazioni preferiscono affidarsi anche completamente agli automatismi.

Come potete vedere nel fotogramma qui sopra, tratto dal video del salvataggio dei migranti nel Mediterraneo, è evidente come la Nikon D5 di Fabrizio Villa sia impostata su Program. Ma la spiegazione a parole sue è evidente:

Con una mano dovevo tenermi per non cadere in acqua e non potevo avere il completo controllo della fotocamera. In altri momenti preferisco lavorare in manuale. Il program mi viene in aiuto in momenti estremi come questo.

Tutto questo per dirvi che è importante saper esporre completamente in manuale. Ma è altrettanto importante saper sfruttare anche l’elettronica della nostra reflex che abbiamo poi pagato a peso d’oro. Infatti se spegniamo gli automatismi la differenza tra fotografare con una Nikon D7200 e con una Nikon D3300 diventa quasi impercettibile.

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